Nessuna udienza preliminare. I quattro responsabili dell’omicidio di Alexandru Ivan, il 14enne centrato da un proiettile al petto nella notte dello scorso 13 gennaio, probabilmente nell’ambito di un regolamento di conti per droga, nella stazione di Monte Compatri, andranno a processo con giudizio immediato, per concorso in omicidio volontario. La prima udienza è fissata il prossimo 4 ottobre in Corte d'Assise a Frosinone. La procura di Velletri, che si è occupata delle indagini, ha infatti chiesto e ottenuto il rito alternativo che permette di arrivare alla fase dibattimentale, senza chiedere il rinvio a giudizio al Gup.
L’OMICIDIO
Gli imputati sono quattro e si trovano tutti in carcere: Massimo Komarov di 26 anni, Corum e Dino Petrov di 24 e 31 anni, Ringo Gurgevic di 30 anni. Solo uno di loro avrebbe sparato e ucciso Alexandru - probabilmente Dino Petrov - ma tutti e quattro si trovavano sull’auto dalla quale è partito il colpo fatale, che in realtà sarebbe stato indirizzato a Tiberiu Maciuca, il patrigno, che lo aveva portato con sé, insieme al nonno, alla nonna e allo zio. Maciuca, poche ore prima del delitto, aveva infatti litigato con Dino Petrov - per il quale in uno degli interrogatori ha ammesso di aver “tenuto” la droga, salvo poi perderla in un sequestro delle forze dell’ordine - all’interno del bar “Esse caffé”. Ed era stato proprio per “chiarire” questo litigio che si erano dati appuntamento all’interno del parcheggio, a notte fonda. Alex e i suoi parenti sono arrivati per primi, poi la macchina con a bordo i quattro, dalla quale, in corsa, è partito il proiettile che non ha lasciato scampo al 14enne.
Nel giro di 15 giorni però tutti gli imputati sono stati assicurati alla giustizia, tra chi si è presentato spontaneamente dai carabinieri e chi si era nascosto a casa di parenti, anche fuori Roma.
Alex ucciso a 14 anni, fermata una terza persona: è un 30enne fratello di uno degli altri arrestati
GLI ARRESTI
Il primo ad essere arrestato è stato Corum Petrov, il quale nella sera di domenica 14 gennaio si era presentato dai militari raccontando di essere passato nella zona del parcheggio, ma di non essere coinvolto nell’omicidio.
Il cerchio delle indagini si è poi chiuso con l’ultimo arresto, dello scorso 30 gennaio. A finire in manette Massimo Komarov detto “Janko”, classe 1998, rintracciato a casa di alcuni parenti in zona Borghesiana dai carabinieri del nucleo investigativo di Frascati, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Velletri. Le testimonianze dello zio e del patrigno della vittima e l’analisi delle celle telefoniche non gli avevano lasciato scampo.
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Aprile 2024, 06:24
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