Italiani i più euroscettici

Mario Fabbroni
Un giallo che sa di sceneggiata tra denunce clamorose, smentite ufficiali e dietrofront abbozzati. Accade che - quando il Paese è seduto a tavola per la cena - il vicepremier Luigi Di Maio, scriva su Instagram: «È accaduto un fatto gravissimo! Il testo sulla pace fiscale che è arrivato al Quirinale è stato manipolato. Nel testo trasmesso alla presidenza della Repubblica, ma non accordato dal Consiglio dei Ministri, c'è sia lo scudo fiscale sia la non punibilità per chi evade. Non so se una manina politica o una manina tecnica, in ogni caso domattina (ieri, ndr) si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perché non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato!».
Neppure il tempo di sollevare il polverone che il Quirinale fa sapere di non aver mai ricevuto alcun testo per via ufficiale: «In riferimento a numerose richieste da parte degli organi di informazione, l'ufficio stampa del Quirinale precisa che il testo del decreto legge in materia fiscale per la firma del Presidente della Repubblica non è ancora pervenuto al Quirinale». Sta di fatto che il condono fiscale si sarebbe allargato (con tanto di scudo penale) anche per i casi di riciclaggio, oltre che per due imposte su attività e immobili all'estero. Argomento improponibile per la base dei Cinque Stelle. Nella confusione più generale, arriva l'ulteriore retromarcia di Di Maio: «Se il testo non è ancora arrivato al Quirinale, allora basterà lo stralcio» della parte non condivisa «e non sarà nemmeno necessario riunire il Consiglio dei Ministri», dice nel salotto della trasmissione Porta a Porta. Aggiungendo di «confermare la mia fiducia a tutto il Governo. Non mi permetterei mai di dubitare».
Sta di fatto che il giallo del condono allargato resta un mistero. Almeno per una notte.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Ottobre 2018, 05:01
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