All'età di 13 anni i suoi genitori avevano organizzato un matrimonio combinato: avrebbe sposato suo cugino e solo se fosse andata all'altare avrebbe potuto continuare a studiare. Ma lei, una ragazza nata in Pakistan e cresciuta a Seregno, in provincia di Monza, da una famiglia di immigrati ha avuto il coraggio di dire «no». È la storia di Zanin (nome di fantasia), di 18 anni, che si è rivolta ai servizi sociali per denunciare ciò che stava vivendo in casa.
Il caso è arrivato nelle aule del Tribunale di Monza, dove i genitori e il fratello maggiore della ragazza dovranno rispondere del reato di tentata induzione a contrarre il matrimonio, che è stato introdotto nel 2019 da una normativa europea ideata proprio per combattere la prassi dei matrimoni combinati.
Il matrimonio e l'autolesionismo
Zanin non ha mai tollerato l'idea di sposare suo cugino e non è riuscita a resistere alle pressioni della mamma e del papà.
Mentre i suoi familiari sono attesi in tribunale, la 18enne si trova in una comunità protetta fuori dalla Lombardia, dove studia per prendere il diploma e dove ha firmato per restare fino al 21esimo anno di età. «Sono contenta che il giudice abbia manifestato sensibilità per questi temi - ha detto il suo avvocato Lucilla Tassi - lei ora è in una località protetta, dopo aver ricevuto ampio sostegno dai servizi sociali, ora si merita il futuro che desidera».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Maggio 2024, 14:49
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