Dario, amputato e campione di surf: «Senza una gamba, ma ho l'amore»

Dario, amputato e campione di surf: «Senza una gamba, ma ho l'amore»

di Sabrina Quartieri
Una fanciulla tiene stretta in braccio la protesi della gamba, come fosse la sua bambola preferita. La sta portando al papà, che intanto gioca in giardino con la seconda figlia, adagiata proprio su quell'arto inferiore sinistro perso in un incidente stradale otto anni prima.

È novembre 2010 quando Dario Ingravallo, romano e oggi 63enne, viene investito sull'Aurelia all'altezza di Palidoro mentre torna a casa da lavoro in scooter: il piede sinistro viene strappato via, non serviranno due lunghi interventi all'Aurelia Hospital di Roma a salvarlo. La decisione da prendere è solamente una: amputazione transtibiale al terzo medio superiore. Dario si risveglia senza una parte della gamba sinistra e con una vita che improvvisamente cambia. Eppure, proprio nel momento più buio, arriva l'incontro capace di rimettere in pista cuore. Simonetta, la fisioterapista del Centro protesi Inail dove si svolge il percorso riabilitativo, diventa la donna della sua vita. Un colpo di fulmine. I due si sposano nonostante il quarto di secolo di differenza d'età e diventano genitori di Giorgia e Laura, cinque e quattro anni.

«Prima dell'incidente ero solo, convivevo con la mia gatta - racconta Dario - Oggi sono con le tre donne più importanti della mia vita». Prima dell'incidente e dell'amputazione, gestiva una scuola di ballo. Ora è diventato campione nazionale di nuoto master paralimpico, affronta discese adrenaliniche sugli sci, partecipa a regate di windsurf e si scatena come ballerino di rock n' roll acrobatico.

Ma gli resta un sogno da realizzare, nato grazie a Giorgio e Marco, ideatori di Windsurfabile, un progetto che aiuta gli amputati a salire sulla tavola e a manovrare una vela. «Lo sport è capace di restituire una normalità anche a chi ha perso una gamba o un braccio, come nel caso dei nostri tesserati - raccontano i due istruttori dell'associazione velica Ladispoli, che tengono corsi anche sul lago di Bracciano - Per tutti loro partecipare è un modo per condividere il passato con chi ha avuto problematiche simili».
Dario, da allievo, ha prima aiutato gli aiuta gli altri a affrontare le diverse e difficili sfide con la vita. Ora punta a diventare istruttore. Per insegnare a tutti (soprattutto ai normodotati) che le battaglie si possono vincere. Sempre.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Luglio 2018, 13:39
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