«Ho sempre quell'immagine davanti, li vedo cadere a terra». È ancora sotto choc Paolo Sciortino, 36 anni, uno degli operai sopravvissuto alla strage di Casteldaccia, nel Palermitano, in cui ieri hanno perso la vita altri 5 suoi colleghi. Sciortino, che è ricoverato sotto osservazione all'ospedale di Termini Imerese, si è salvato solo perché è stato l'ultimo ad entrare nella vasca a sei metri sotto terra dove gli altri sono rimasti uccisi dalle esalazioni dell'idrogeno solferato. In gravissime condizioni resta il 62enne Domenico Viola, in Terapia intensiva al Policlinico di Palermo.
Le parole dell'operaio che si è salvato
«Ho sentito le loro voci che gridavano 'aiuto, aiuto, venite qua.
Come stanno gli operai rimasti feriti
Giovanni D'Aleo, 44 anni, Paolo Sciortino, 35 anni e Giuseppe Scavuzzo 39, i tre operai che facevano parte della squadra che lavorava alla manutenzione della rete fognaria di Casteldaccia da ieri si trovano al pronto soccorso di Termini Imerese. Cinque colleghi sono morti, uccisi dalle esalazioni dell'idrogeno solforato. Le condizioni dei superstiti sono buone. I primi due sono di San Giuseppe Jato mentre Scavuzzo è di Caccamo. Per precauzione alcuni sono stati sottoposti ad ossigeno terapia. «Ho parlato con Scavuzzo e mi ha detto di stare bene. Mi ha raccontato che è entrato nella vasca di mattina e non ha avuto alcun problema - dice il sindaco di Caccamo Franco Fiore - Si era fermato per la pausa pranzo. Poi è successa la tragedia. Mi sono sincerato delle sue condizioni e gli ho fatto gli auguri di pronta guarigione».
Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Maggio 2024, 17:54
© RIPRODUZIONE RISERVATA