Roma, Monchi: «Ai tifosi chiedo fiducia. Pallotta vuole un club campione, alla fine ce la farà»

Roma, Monchi: «Ai tifosi chiedo fiducia. Pallotta vuole un club campione, alla fine ce la farà»

di Gianluca Lengua
La pressione a Trigoria aumenta giorno dopo giorno: manca un titolo da nove anni, il club non sta lottando per campionato e Coppa Italia e in ogni sessione di calciomercato c’è la possibilità che qualche top player possa lasciare la Capitale (vedi Salah che oggi ha segnato il 30esimo gol con il Liverpool). La Roma, dalla scorsa estate, ha dato in mano le redini della direzione sportiva a Ramon Monchi, il dirigente arrivato dal Siviglia ha avuto poco tempo integrarsi nel calcio italiano e pronti via gli è stato chiesto di costruire la squadra per la stagione in corso: «I numeri sono importanti per la società e abbiamo bisogno di gestire bene l’azienda, ma per i tifosi sono importanti i trofei e le vittorie e vorrei portarli anche io, perché a Roma mancano da tanto. Capisco i tifosi, ma prima dobbiamo gestire la società per vincere con continuità. Loro non vogliono sentire ragioni, ma gli chiedo fiducia. Io adesso conosco il calcio italiano, la Roma e la società, quando sono arrivato non era così. Pallotta? Dobbiamo essere più giusti con la sua figura. Lui è preoccupato constantemente per la società. Nella sua testa pensa ad una Roma campione e che vinca. E alla fine lo farà.», ha detto Monchi a Sky Sport. Lunedì i giallorossi voleranno in Ucraina dove mercoledì affronteranno lo Shakhtar, l’obiettivo è mettere l’ipoteca sui quarti di finale di Champions League: «È la competizione più importante al mondo, per noi diventa una possibilità per fare cose importanti, anche per i tifosi. Io dopo tanti anni non sono mai arrivato al quarto di finale e sarebbe una bellissima occasione per farlo». Sul possibile rinnovo di Florenzi (scadenza 2019): «Vorrei rimanesse a vita, saremmo contenti. Anche lui è romanista di cuore e da tanti anni». 

RIMPIANTO SALAH 
Come detto, Salah ha segnato il 30esimo gol stagionale lasciando molti rimpianti tra i tifosi della Roma: «Alla fine abbiamo ricavato 50 milioni compresi i bonus. In quel momento avevamo bisogno di vendere il calciatore ed era un’occasione importante. Quello che è successo poi con Mbappe, Neymar e Coutinho ha fatto saltare un po’ il mercato, ma in quel momento andava fatta la vendita. Adesso anche io penso che il prezzo non era il migliore possibile, ma in quel momento non si poteva fare di più. Lui, prima che io arrivassi a Roma, aveva già un’offerta del Liverpool di 22 milioni più 3 di bonus, se un giocatore vuole andare via non si può fare altro. Se avessi venduto Totti per 200 milioni? Non lo so. Io credo che lui abbia tanti valori anche al di là del calcio. Adesso sarebbe al livello di Messi e Ronaldo».

AFFARE DZEKO 
Il direttore sportivo torna sulla trattativa Dzeko che ha infiammato il mercato invernale. Il bosniaco era vicino al Chelsea, ma a pochi giorni dalla conclusione del mercato l’affare è sfumato: «Noi abbiamo cominciato a parlare con il Chelsea per Emerson, poi loro hanno parlato anche di Edin, ho chiesto di fare un’offerta che noi l’avremmo valutata. Loro hanno fatto l’offerta e noi abbiamo fatto la nostra richiesta, ma non ci hanno accontentato. Se Dzeko lo avessimo voluto vendere lo avremmo fatto. Nessun club quando vende è felice, ma se lo fa è perché è un’operazione economica corretta. Se lo avessimo venduto avremmo preso un altro calciatore. Se lui fosse andato via, l’attaccante non sarebbe stato Monchi. Giroud era un'opzione». E su Schick: «La fiducia che abbiamo in lui e Defrel è tanta. Fino ad oggi per Schick abbiamo dato 6 milioni e 5 per Defrel. Il pagamento di Schick è in cinque anni e non sappiamo ancora quanto sarà, il suo ruolo è di attaccante e può giocare anche esterno».  
Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Febbraio 2018, 13:55

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