Lamberto Giorgi: «Sono il Totti delle tv romane»«

Lamberto Giorgi: Sono il Totti delle tv romane»

di Marco Esposito

Lamberto Giorgi, lei è l’icona della televisione locale romana lo sa?
«Eh già, io sono come Totti. Non me la sono mai sentita di abbandonare Teleroma56. Mi hanno cercato sia la Rai sia Mediaset, ma qui abbiamo dei riconoscimenti che le tv nazionali non avranno mai».

Lamberto, da quanti è che sta in tv?
«Sono 40 anni: quattro a Tvr Voxson e 36 di “In Campo con Roma e Lazio”. Iniziammo l’anno delle scudetto, era il 12 settembre del 1982».



L’età d’oro delle televisioni locali.
«Vero. La gente stravedeva per noi. Eravamo una novità: seguire Roma e Lazio dal primo minuto. Ogni volta che uscivo da Tvr Voxson mi trovavo una ventina di persone che mi aspettavano “Lambè hai visto che Roma?”».

Poi Teleroma56, con gli studi a Balduina.
«Anni 80 fantastici, superavamo il milione di contatti. Eravamo un bel gruppo: io, Sandro Piccinini, Ugo Russo, Michele Plastino».

Che tempi erano quelli pre pay tv?
«Dal 1982 al 1987 – gli anni d’oro – Piccinini faceva le radiocronache con il telefono dalla tribuna stampa. Una volta ci fu un problema col fisso e si arrangiò con il telefono a gettoni. Non si arrendeva mai Sandro; una volta a Genova non riuscì ad entrare a Marassi e fece la telecronaca dal balcone di una casa con vista sul campo».

Lei negli anni 80 seguiva la Roma?
«Sì. Facevo le interviste per Radio Incontro. Il rapporto con i calciatori era figlio di un altro calcio, più semplice. Quando arrivavo a Trigoria Graziani mi salutava così: “A Lambè ma sempre tu vieni a rompe qua? Ma non ce poi portà tu sorella?»

Ciccio era un fan di Eleonora?
«Sì, voleva una sua foto. Ma come la vuoi Ciccio? In costume da bagno? Gliene portai una con dedica. Ricordo ancora il commento “Quanto è bona”». 

Era la Roma di Liedholm. Ricordi del Barone?
«Quante interviste ho fatto con lui. Un’ironia straordinaria. Non capivi mai se ci diceva la verità o se ci stava prendendo per i fondelli».

Tornando a Teleroma: in pratica tutti i migliori telecronisti d’Italia hanno lavorato con lei.
«È vero. Ugo Russo, Sandro Piccinini, Fabio Caressa per tre quattro anni, Pierluigi Pardo. Si intuiva che sarebbero diventati dei grandissimi. Piccinini ti faceva venire la necessità di prendere le gocce. Ma io devo ringraziare Pardo».

Perché?
«Durante i mondiali a Tiki Taka, proprio quando era ospite Piccinini, Pardo ha detto “Mando un grande saluto al maestro di tutti noi Lamberto Giorgi”. Me lo hanno raccontato e mi sono commosso».

Ma lei avrà anche qualche difetto. Dicono che è tirchio. È vero?
«È una leggenda metropolitana. Mi definirei un cauto amministratore. Non scialacquo. Hanno creato questa legenda, anni fa e me la porterò per tutta la vita. Tra l’altro ricordo benissimo di aver offerto una cena a tutti quelli di Goal di notte una sera a via Barletta, spesi 430mila lire (215 euro, ndr)».

Però ancora se lo ricorda...
«Sì me lo ricordo ancora, è vero» (dice ridendo).

Ma c’è una domanda che i telespettatori da 40 anni vogliono rovolgerle: il caffè che pubblicizzava tra i primi e i secondi tempi, lo beveva veramente?

«Lo giuro: lo bevevo veramente.

So che non ci credeva nessuno, allora una volta ho versato il caffè su un foglio». Tv verità: gol e caffè autentici. Mica come i reality show di oggi.


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Novembre 2021, 18:39

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