"Cara Roma, Olsen è una sicurezza"

"Cara Roma, Olsen è una sicurezza"

di Francesco Balzani
Ora tutti vogliono essere Robin. Dopo un inizio stagione difficile, tra nazionale e club, Olsen si sta prendendo più di una rivincita e sabato è rimasto imbattuto pure nel match tra Turchia e Svezia (vinto 0-1 dagli scandinavi vinto 0-1 dagli scandinavi con miracolo di Robin al 44’ su Calhanoglu). L’eredità di Alisson quasi non pesa più, ma (Monchi a parte ovviamente) c’è chi già ad agosto credeva in lui. Si tratta di un portiere che a Roma ha sfiorato uno scudetto. Impresa che nella storia giallorossa ha baciato i pali solo di Masetti, Tancredi e Antonioli. Stiamo parlando di Julio Sergio Bertagnoli, titolare di quella squadra che nel 2010 buttò il tricolore a 4 giornate dal termine in casa con la Sampdoria. Brasiliano, proprio come Alisson di cui profetizzò pure la destinazione («Né Real, né Chelsea. Vedrete, andrà al Liverpool», disse a metà luglio).
Ma oggi Julio - che allena la Linense nel campionato Paulista - non lo rimpiange: «L’attuale portiere della Seleçao è il più forte del mondo, ma ricordatevi che ha usufruito di un anno di ambientamento in Italia mentre Olsen è stato subito buttato nella mischia. È normale che all’inizio abbia avuto dei problemi visto che veniva da un altro calcio. A fine settembre dissi che in un mese sarebbe migliorato in velocità e posizione tattica, e mi pare che questo percorso di crescita sia stato molto veloce anche grazie ai preparatori. Ditemi quale portiere straniero ha fatto bene fin da subito?». Insomma la Roma è in mani sicure. «Direi proprio di sì, e aggiungo che a 70 milioni è giusto vendere un portiere».
Meno giusto forse è vendere ogni anno i pezzi migliori. «Sicuramente non è facile per Di Francesco. Sta facendo un bel lavoro, non dimentichiamo che è stato cambiato tutto il centrocampo. Obiettivi? Se arriva tra le prime 4 è un successo per come ha iniziato la stagione e per la perdita di alcuni giocatori. Poi in Champions può accadere di tutto». E in quel 2010 di tutto stava accadendo, ma in serie A. «La gara con la Samp ha deciso un campionato che meritavamo di vincere e ha deciso anche il mio futuro. Era una delle più belle favole della storia del calcio italiano, ma ci è scivolata tra le mani. Con Ranieri ho un debito a vita, poi arrivò Montella e persi il posto».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Novembre 2018, 08:00

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