Morto Mondonico, la sua lotta contro "La Bestia" il ricordo

Morto Mondonico, la sua lotta contro "La Bestia" il ricordo

di Timothy Ormezzano
Il mondo del calcio piange il «Mondo», Emiliano Mondonico. L'allenatore di Rivolta d'Adda si è spento questa mattina a Milano, a 71 anni appena compiuti, sconfitto dal cancro. Toccante il saluto di sua figlia Clara, pubblicato sulla pagina Facebook del padre: «Ciao Papo.... sei stato il nostro esempio e la nostra forza... ora cercheremo di continuare come ci hai insegnato tu... eternamente tua».

Sette anni fa l'operazione per un tumore all'addome. Poi il rientro praticamente immediato sulla panchina dell'Albinoleffe, che guidò alla salvezza. Mondonico aveva imparato a convivere con quel male che lui chiamava «la Bestia»: «Il calcio mi dà la forza per continuare a sfidarlo». Era diventato una sorta di manifesto della lotta contro quel tumore che si era successivamente riaffacciato alla sua vita. Fino a portarlo via. Resterà per sempre il ricordo di un uomo vero, un'icona di tempi che sembrano irrimediabilmente andati. Un maestro di calcio, un uomo pieno di passione, di tremendismo e al tempo stesso di candore. Come quando ammise che, da calciatore della Cremonese, si fece squalificare apposta per non perdersi il concerto dei Rolling Stones al Palalido di Milano.

Resterà per sempre il ricordo delle sue imprese da allenatore: cinque promozioni in Serie A, la sua specialità, una alla guida di quella Cremonese riportata ai vertici dopo 54 lunghi anni, e soprattutto una finale di Coppa Uefa scolpita nella storia del Torino, una delle squadre e delle tifoserie che ha amato e lo ha amato di più. L'emblema di quel trofeo perso nel 1992 senza mai perdere - 2-2 all'andata a Torino, 0-0 al ritorno in casa dell'Ajax -, è la sedia che Mondonico impugnò e sollevò, quasi a «minacciare»il cielo di Amsterdam, a sfidare il fato che ancora una volta si era preso gioco della squadra granata. «Quel gesto mi è costato un turno di squalifica in Coppa Uefa che un giorno mi auguro di scontare», disse successivamente il tecnico passato anche sulle panchine di Como, Atalanta, Napoli, Cosenza, Fiorentina e infine Novara, nel 2012.

Tanti anni dopo quella sfortunata finale, quando la malattia colpì Mondonico, molti tifosi del Toro si radunarono al Filadelfia, che allora era ancora un ammasso di ruderi e monconi del vecchio leggendario stadio, ognuno con una sedia da brandire al cielo.
Contro la «Bestia», contro ogni male.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 29 Marzo 2018, 14:55

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