Il seme di Davide merita un terreno fertile

Il seme di Davide merita un terreno fertile

di Romolo Buffoni
La serie A ha dato il suo ultimo saluto a Davide Astori. A Firenze, commozione ai massimi livelli in campo e fuori. Pelle d’oca al 13’, con il DAVIDE 13 a tutta Fiesole. E poi il gol di Vitor Hugo alle 13 in punto, lui che ha giocato nel ruolo lasciato libero da Astori e che porta la maglia numero 31, stesse cifre in ordine inverso. «Spetta a noi proteggere e custodire il seme lasciato da Davide, affinché possa germogliare e crescere per tutti noi e per un futuro migliore», le splendide parole di Pioli alla vigilia del match di ieri col Benevento.

Ci sarà tempo, quindi, per tornare sull’incredibile sequenza di errori arbitrali che sta rovinando il campionato della Lazio. Perché per far germogliare il “seme di Davide” serve un terreno fertile, non marcio. E il week-end europeo ha messo in evidenza troppe paludi malsane: a Lilla i tifosi sono entrati in campo per aggredire i giocatori; invasione anche a Londra da parte di un paio di teste calde del West Ham; da noi, invece, la solita decina di “leoni” camuffati con le sciarpe dell’Ascoli, si sono accaniti su due giocatori bianconeri (Parlati e Venditti) schiaffeggiandoli sotto casa al rientro da Venezia dove avevano osato perdere 1-0. Imbecillità più tragica della morte del povero Astori.

Ultimo aggiornamento: Domenica 11 Marzo 2018, 23:55

© RIPRODUZIONE RISERVATA