Milan, verso il no al VA. Fassone: "Funerale anticipato dai giornali". Ma l'Uefa smentisce: "Voci infondate"

Milan, verso il no al VA. Fassone: "Funerale anticipato dai giornali". Ma l'Uefa smentisce: "Voci infondate"
«Recentemente la commissione della Uefa ci ha fatto delle richieste oggettivamente impossibili da accontentare, da parte non solo del Milan ma di qualsiasi club». Marco Fassone conferma implicitamente che il club rossonero non è riuscito a soddisfare i requisiti posti dal Financial Body, che si riunirà domani a Nyon per valutare la prima richiesta di Voluntary Agreement mai pervenuta. E si va verso un 'nò, in base alle indiscrezioni riportate da vari giornali alla vigilia.

«Un funerale anticipato», l'ha definito l'ad rossonero, «sorpreso e amareggiato» per quella che sembra una fuga di notizie, di fronte alla quale la Uefa, in una nota all'ANSA, ha parlato di indiscrezioni «infondate», precisando che la commissione «ad oggi non ha ancora preso una posizione definitiva». Quella sarà ufficializzata «la settimana prossima»: se effettivamente verrà respinto l'accordo che deroga al Fair Play Finanziario per i conti dell'ultimo triennio evitando sanzioni, per il Milan si profila in primavera la possibilità del Settlement Agreement, una sorta di patteggiamento con sanzioni che includono la multa (Inter e Roma se la sono cavata con 20 e 6 milioni), limitazioni alla rosa, fino all'esclusione dalle coppe.

Dopo aver ritirato a giugno la prima richiesta di Voluntary, un paio di mesi fa Fassone ha presentato un nuovo business plan quadriennale, con prospettive più caute di ricavi. Il «moderato ottimismo» con cui l'ad il 9 novembre ha concluso l'udienza davanti alla commissione presieduta dall'ex primo ministro belga Yves Leterme, si è raffreddato nelle ultime settimane, soprattutto dopo l'inchiesta del New York Times che ha gettato nuove ombre sulla solidità del proprietario cinese, Li Yonghong. Poco dopo la Uefa ha chiesto ulteriori approfondimenti.

In particolare, secondo quanto filtra, la commissione pretendeva che Li depositasse 165 milioni di euro a garanzia della situazione debitoria, e che concludesse l'operazione di rifinanziamento («Confido di farlo entro primavera», ha ribadito Fassone) del debito da 303 milioni di euro con Elliott in scadenza nel 2018, considerato un fattore di rischio per la continuità aziendale.

Sarebbero in sostanza queste le «richieste impossibili» a cui si riferisce Fassone, e secondo alcune ricostruzioni sono frutto di un'interpretazione severa del regolamento, dovuta alle perplessità sulla proprietà. «Spero che le decisioni siano eticamente neutre nei confronti del Milan.
Se non ci dovesse essere questa possibilità nonostante la nostra flessibilità ci sarebbe un tema più grande, che riguarda non solo il Milan ma l'istituto - è la reazione di Fassone -. Bisognerà capire bene quale fosse lo spirito con cui è stato ideato il Voluntary e quali sono i club che lo possono sottoscrivere». 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Dicembre 2017, 17:16

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