Milan, Fassone e Mirabelli processano la squadra

Milan, Fassone e Mirabelli processano la squadra

di Luca Uccello
MILANO - Dopo Allegri, da gennaio 2014 a oggi, la storia degli allenatori del Milan è sempre la stessa: triste, con poche vittorie e un futuro incerto. Sulla panchina rossonera sono finiti male Inzaghi, Seedorf, Brocchi, Mihajlovic e Montella (e prima di Allegri pure Leonardo). Non male davvero, considerando che solo Max è riuscito a trovare di meglio, a vincere con la Juve, alla faccia del Diavolo e di chi al Milan (non erano pochi) lo criticavano. 
Il fondo si è toccato l’alrea sera col Benevento a San Siro (0-1 gol di Iemmello). Una domenica di passione per il Milan. I rossoneri scavalcati dall’Atalanta al sesto posto e vengono processati negli spogliatoi di Milanello dagli Stati Generali del club che s’interrogano sulla genesi di questa nuova crisi e ordinano di non mollare. Il pugno è duro: vengono annullati i due giorni di riposo precedentemente concessi ai giocatori. Fassone e Gattuso prima dell’allenamento scuotono la squadra con un diktat: raggiungere la qualificazione in Europa League è troppo importante anche per un discorso economico, mentre la finale di Coppa Italia del 9 maggio può portare in bacheca il primo trofeo della proprietà cinese.
Una sconfitta che fa male per come è arrivata. A Gattuso e ai suoi giocatori conviene dare tutto fino alla fine, soprattutto nella finalissima perché vincerla sarebbe un bel modo per concludere una stagione che sembra destinata a essere uguale a tutte le altre, anonima.
Il rendimento dei rossoneri non fa ben sperare: per trovare un filotto negativo di questa portata in campionato (sei turni senza vittoria) bisogna tornare addirittura al 2001-02, quando Gattuso - in campo in cinque di quelle sei gare - nel primo Milan di Carlo Ancelotti.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Aprile 2018, 06:15

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