Malagò: "Fossi Tavecchio mi dimetterei. Ventura scommessa persa dalla Figc"

Malagò: "Fossi Tavecchio mi dimetterei. Ventura scommessa persa dalla Figc"
La disastrosa gestione tecnica dell'Italia operata da Ventura Tavecchio ha portato la Figc al punto più basso degli ultimi 50 anni. Era dal 1958, infatti, che l'Italia, eliminata dopo lo 0-0 di San Siro dalla Svezia, non partecipava ad una fase finale dei Mondiali di calcio e ora, oltre il dramma sportivo, si profila un vero e proprio disastro economico non solo per il movimento calcistico, ma per tutto il paese.

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Durissimo il presidente del Coni Malagò che non usa mezze misure. «Ho sentito Tavecchio, gli ho chiesto che intenzioni avesse, e mi ha detto che domani ci sarà questa riunione in Figc. Come sapete è padrone di assumersi le responsabilità, ma se fossi in lui mi dimetterei». «Il problema non è solo Ventura e le sue dimissioni. Come sanno bene in Figc, mi sento di dire che l'inizio del suo progetto era legato a un'altra filiera di carattere tecnico che prevedeva un ruolo significativo di Lippi che poi non è più andato a buon fine. Probabilmente nell'impostazione del ruolo di Ventura, che poi è diventato responsabile di tutte le squadre nazionali, c'è stata una valutazione sbagliata. Purtroppo è stata una scommessa persa». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò.



«Quella di ieri è stata una triste serata sportiva, siamo tutti quanti molto delusi e amareggiati». Il massimo dirigente sportivo, nel corso della presentazione del nuovo stadio dell'Atalanta, ha poi osservato che «negli anni delle vacche grasse, dove sono arrivati anche risultati importanti, se ci fosse stata attenzione, lungimiranza e logica probabilmente le società avrebbero quasi tutte uno stadio di proprietà».

«Oggettivamente in Figc non ci sono gli strumenti procedurali per procedere a un commissariamento». Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, all'indomani della debacle degli Azzurri. «Un uomo di istituzioni - ha aggiunto - deve ascoltare tutti ma anche ragionare con buonsenso con quelle che sono le norme. Il presidente del Coni può commissariare una federazione solo se non funziona la giustizia sportiva, i campionati o per gravi irregolarità amministrative. Ad oggi questi tre fatti non ci sono». Malagò ha sottolineato che «c'è un altro discorso non scritto che riguarda invece la sfera delle competenze e responsabilità oggettive, che sono sotto gli occhi di tutti. Non succedeva dal 1958 che l'Italia non si qualificava a un Mondiale e va detto pure che allora ci andavano 16 squadre e invece oggi c'erano più possibilità. Ma soprattutto veniamo da tutto un periodo senza grandi risultati». Il presidente del Coni ha aggiunto che «dall'Under 21 sono arrivati segnali importanti negli ultimi mesi, ma anche lì c'è stata la delusione della mancata qualificazione alle ultime due Olimpiadi. Ci sono stati investimenti, attenzione e interesse al mondo del calcio femminile, ma anche lì l'Italia manca da sempre a una grande manifestazione».


Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Novembre 2017, 16:04

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