La Lazio si scopre bunker
di Enrico Sarzanini
Due gare di fila senza subire gol. C’è un dato che più di ogni altro risalta all’occhio in questo primo scorcio di stagione: in quattro giornate la Lazio ha vinto due gare entrambe per 1-0. L’anno scorso era successo solo una volta a Torino, due anni fa appena tre volte. Insomma, una rarità per il tecnico biancoceleste che aveva trasformato questa squadra in una macchina da gol, consentendo ad Immobile di conquistare il titolo di capocannoniere. «Vincere di misura è un segnale importante, vuol dire che siamo compatti» ha spiegato Inzaghi dopo la vittoria di Empoli. In Toscana la Lazio ha confermato di essere ancora lontana da quella ammirata un anno fa, ma Inzaghi è certo che quando arriverà la condizione fisica tutto tornerà come prima. «Il campionato non ci aspetta, dobbiamo ancora lavorare tanto per tornare a essere quelli dell’anno scorso» ha ammonito Parolo che vede il bicchiere mezzo pieno e sposa la teoria del cinismo come arma in più: «Durante la stagione passata partite come questa le avremmo perse. Magari giocavamo bene 70 minuti per essere poi beffati nel finale. Oggi ci sta succedendo il contrario».
All’appello mancano soprattutto i tre tenori Immobile, Luis Alberto e Milinkovic. Bomber e trascinatori una stagione fa, ancora tardano a carburare e sembrano indietro nella condizione. «Ciro fa notizia solo quando non segna» ha sottolineato Inzaghi, pronto a cambiare per dare una scossa. Chi rischia seriamente il posto è Luis Alberto. In estate a un passo dal Siviglia, la società lo ha voluto trattenere a tutti i costi ma lui ancora non ha ancora ripagato questo gesto d’amore sul campo. Lo spagnolo è in crescita ma ancora non il risolutore di un anno fa. Ecco perché salgono le quotazioni di Correa, fortemente voluto da Inzaghi dopo il no dell’Atalanta per il Papu Gomez.
Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Settembre 2018, 08:00
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