Lazio super nonostante la delusione Champions. Talento e gol: centrocampo e attacco punti di forza

Lazio super nonostante la delusione Champions. Talento e gol: centrocampo e attacco punti di forza

di Enrico Sarzanini
Un’annata iniziata con la gioia per la vittoria in Supercoppa Italiana contro la Juve e chiusa con la delusione per la mancata qualificazione in Champions. «E’ stata comunque una stagione straordinaria» ha puntualizzato Inzaghi dopo la sconfitta con l’Inter, certo si tratti solo di un punto di partenza.
DIFESA - Messa spesso sotto accusa per i troppi gol subiti, la difesa è stato il tallone d’Achille della Lazio. In porta Inzaghi ha puntato su Strakosha, ma la giovane età (classe ’95) e la poca esperienza non lo hanno aiutato: rendimento a corrente alternata, spesso è risultato determinante mostrando tuttavia qualche limite nelle uscite. Altro giovane di prospettiva Luiz Felipe (classe ’97) che al primo anno da titolare ha mostrato grande sicurezza, proprio il limite esibito di frequente. De Vrij è stato il vero punto di forza ma il fallo da rigore su Icardi resterà una macchia nella sua carriera. Stagione da incorniciare per Radu, deludenti Wallace e Bastos, limitato il contributo di Patric. Non ha brillato Caceres arrivato a gennaio tra mille aspettative senza mai incidere. A corrente alternata Lukaku e Marusic.
CENTROCAMPO - Il reparto con maggiore talento, l’arrivo di Leiva, scelto come sostituto di Biglia, ha portato qualità ed esperienza. Esploso definitivamente Milinkovic sicuramente il più dotato (e il più appetito) di tutta la rosa, le due certezze si chiamano Lulic e Parolo, leder dello spogliatoio ma soprattutto motorino inesauribile della squadra. Non spicca il volo Murgia che dopo l’avvio con il botto grazie al gol-vittoria in Supercoppa, ha faticato a trovare spazio. Non pervenuto Di Gennaro, quasi sempre in infermeria. Stagione esemplare per Luis Alberto: dopo un’annata anonima - complice l’infortunio di Anderson - è diventato titolare inamovibile.
ATTACCO - Tutto è ruotato attorno ad Immobile, protagonista di una stagione da incorniciare (41 gol in 47 gare) chiusa con il titolo di capocannoniere condiviso con Icardi. L’attaccante napoletano ha retto da solo un reparto senza alternative per Inzaghi. Caicedo, che si è fatto apprezzare in Europa, in campionato ha sprecato malamente l’occasione quando ha dovuto sostituire Ciro. Non pervenuto Nani, scelto da Tare nella speranza di bissare un colpo alla Klose. Nonostante i quattro mesi fuori per infortunio, Anderson - superata la depressione per l’esclusione di Napoli, per qualche capriccio di troppo - è salito in cattedra mostrando tutto il suo talento ma anche i suoi limiti caratteriali.
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Maggio 2018, 08:00

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