Lazio, errori e beffa. Serve un'altra visita di Lotito

Lazio, errori e beffa. Serve un'altra visita di Lotito

di Marco Lobasso
La partita più incredibile dell’anno, la beffa più atroce per la Lazio. La sfida dell’Olimpico con la Samp è un thrilling senza fine che i doriani prima sembrano gestire vittoriosamente, poi perdere clamorosamente al 95’ su rigore di Immobile, poi riacciuffare, con il 2-2 finale, con un’assurda dormita della difesa laziale, addirittura al 98’. Ha fatto tutto la Lazio, nel bene e nel male. E purtroppo, nella roulette russa degli ultimi minuti, più nel male. Ma al di là del risultato, che ovviamente non soddisfa i padroni di casa, sul tappeto restano alcune considerazioni da fare, anche in questo caso, tra il bene e il male.
Di positivo c’è la prestazione generale. Squadra più cattiva, più unita, più volitiva, come se l’intervento di Lotito di metà settimana a Formello avesse compattato un gruppo che in qualche modo aveva perso la via maestra. C’è la superiorità tecnica e fisica sulla Samp, che non è certo l’ultima della serie A, a volte quasi imbarazzante, soprattutto nel secondo tempo. Ci sono le incredibili occasioni da gol che la squadra ha creato in continuazione prima e dopo il gol dell’1-0 di Quagliarella. C’è un palo che grida vendetta, c’è sfortuna e qualche errore arbitrale, che però nell’ultima parte della partita scompaiono come d’incanto, grazie alla giocata brasiliana di Parolo (un tacco superbo per il gol di Acerbi dell’1-1) e grazie al rigore di un Immobile scatenato per tutto il match, al quinto minuto di recupero. Sono segnali chiari e forti che la Lazio c’è, ci vuole essere, reagisce e non è un gruppo spaccato (l’abbraccio infinito a Immobile dopo il rigore ne è una chiara dimostrazione).
Di negativo ci sono gli errori individuali, tanti, troppi, che possono rovinare un bel match, come è accaduto ieri. Si parla di Wallace, come al solito impreciso nella prima rete doriana, si parla di tutta la difesa scioccamente distratta sull’azione dell’ultimo secondo della Samp. Si parla ancora di Milinkovic-Savic che, quando ha l’unica palla gol della partita, la sbaglia clamorosamente di testa, per confermare il suo misterioso momento no che dura da inizio stagione. Sono gli errori individuali che la Lazio che punta al quarto posto non può permettersi, che fanno male e che rendono la ripartenza della squadra più lenta, il futuro più incerto, la posizione di classifica più lontana dalla zona Champions. Ed è un peccato perché l’impegno, la grinta, la voglia di vincere (i dati delle statistiche su tiri e possesso palla dei biancocelesti sono impressionanti) dicono che la Lazio è una buona squadra, che ha anche una invidiabile condizione atletica, se stasera al 95’ pressava ancora la Samp come fosse il primo minuto del match. Ma non basta. In difesa e in attacco mancano pedine tecniche di livello superiore (ah, se Luis Alberto tornasse quello della scorsa stagione...) e a centrocampo manca Milinkovic-Savic che c’è ma non c’è. Forse, serve un’altra visita di Lotito a Formello, questa settimana. Per far dimenticare alla squadra l’atroce beffa, dopo 100 minuti, di questa sera, e ripartire. In serie A ci sono ancora quattro partite da giocare nel 2018 e tutte da vincere.
Ultimo aggiornamento: Sabato 8 Dicembre 2018, 23:08

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