L'invasore Jimmy Jump: "Devo pagare
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L'invasore Jimmy Jump: "Devo pagare multe per ​280 mila euro, mi tolgono metà stipendio"

di Enrico Chillè
Le sue invasioni lo hanno reso celebre in tutto il mondo, ma ora il catalano Jimmy Jump rischia seriamente di non tornare a 'disturbare' eventi di ogni tipo.



Jimmy Jump, nome d'arte di Jaume Marquet, è un appassionato tifoso del Barcellona e sostenitore dell'autodeterminazione dei popoli, in primis la sua Catalogna. Nel 2004 divenne famoso dopo aver invaso la pista del Gp di Spagna di Formula 1 e per essere entrato in campo nella finale degli Europei tra Grecia e Portogallo, con il lancio di una bandiera del Barça a Luis Figo, considerato un traditore per il passaggio agli odiati rivali del Real Madrid.



Da allora, Jimmy Jump ha viaggiato in tutto il mondo invadendo non solo eventi sportivi come gare di calcio, basket, tennis e addirittura pallanuoto, ma anche palchi di concerti e studi televisivi. A differenziarlo dagli altri invasori è sicuramente la barretina, il tradizionale copricapo rosso catalano che lui ha cercato, con alterne fortune, di far indossare a tanti campioni (da Messi a Eto'o, passando per Roger Federer e il rivale Cristiano Ronaldo). Non solo: nel 2010, in Sudafrica, prima della finalissima tra Spagna e Olanda provò ad appoggiare la barretina sulla Coppa del Mondo, ma fu bloccato dagli addetti proprio un istante prima di riuscirci.











Ora, dopo dieci anni di attività, Jimmy Jump deve fare i conti con la dura realtà. In un'intervista, riportata da Mundo Deportivo, ha dichiarato: «Con tutte le mie invasioni ho accumulato multe per 350 mila dollari, oltre 280 mila euro, e non posso permettermi di pagarle. Un tribunale ha stabilito che per pagarle, ogni mese, mi verrà trattenuta la metà dello stipendio». Il celebre invasore ha fan in tutto il mondo ma per la sua attività non bastano più donazioni e merchandising. Per questo, a dieci anni dalle prime comparse, Jimmy Jump, che ha già ricevuto divieti di accesso alle manifestazioni sportive in Spagna e in Germania, potrebbe essere costretto a smettere.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Novembre 2014, 10:42

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