Squadra spenta, Di Francesco al capolinea
di Romolo Buffoni
- A Plzen la birretta, che doveva servire per festeggiare una qualificazione agli ottavi di finale di Champions conquistata con un turno di anticipo, si trasforma nell'ennesimo calice di fiele da mandare giù. Stavolta nemmeno il ritiro a Trigoria dopo Cagliari ha fatto effetto.
- Dallo Scempio alla Champions è cambiato poco, anzi nulla. Squadra grigia, come l'orribile seconda maglia che la Nike ha preparato forse intuendo che tipo di stagione sarebbe stata.
- Di Francesco è apparso un uomo scarico, senza nemmeno più la speranza di veder riaccendere la Roma. Il tecnico è rimasto impiccato a un mercato sbagliato, in uscita ma soprattutto in entrata. Si salva solo Olsen. Nzonzi non cambia passo; Pastore è un equivioco; Cristante si sta adattando in un ruolo non suo. Gli altri non li cito nemmeno, sono ragazzi che avrebbero soltanto dovuto assaggiare di tanto in tanto il campo per imparare il mestiere e unirlo al talento.
- Vede andare in fumo tutto, Di Francesco. E nel suo prossimo esilio dorato farà meglio a far tesoro dell'errore macroscopico commesso: non si va a picco con le idee degli altri. Se si naufraga conviene sempre farlo con la propria testa. E non ha pagato nemmeno il rapporto da lui definito "sincero" coi giocatori che, alla lunga, si sono allontanati da un allenatore che nel dopopartita parlava da opinionista e aiutava i cronisti a fare le pagelle dei singoli.
- Ne parlo al passato perché non punterei un centesimo sul proseguimento di Di Francesco sulla panchina della Roma ancora a lungo. Domenica c'è il Genoa. Potrebbe essere il capolinea. Poi c'è la Juventus allo Stadium...
- Aggiungo solo che assieme a Di Francesco dovrebbe accomodarsi fuori anche Monchi. Per coerenza.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Dicembre 2018, 21:56
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