Carrillo e Guerrero regalano il 2-0 del Perù sull'Australia

Carrillo e Guerrero regalano il 2-0 del Perù sull'Australia
All’Australia serviva battere il Perù e che la Francia facesse la stessa cosa con la Danimarca (con occhio alla differenza reti), non si verifica nessuna delle due possibilità e dunque i socceroos sono quarti, nel girone C.

Vincono i sudamericani, con classe superiore, secondo la tradizionale qualità del loro continente su quello nuovissimo. La doppia sconfitta iniziale aveva decretato l’eliminazione anticipata della nazionale di Gareca, a calendario rovesciato se la sarebbe giocata anche più degli oceanici, in ottica qualificazione.

La squadra rossa con fascia bianca voleva la conferma del ct, con questo 2-0 è probabile. Del resto i peruviani mancavano dall’82 e da 40 anni non si aggiudicavano una partita mondiale. In Argentina ’78 passarono al secondo turno e poi regalarono il passaggio in finale ai padroni di casa, facendosi battere per 6-0.

Niente omaggi a Sochi, terra dell’olimpiade invernale del 2014, reggono l’offensiva iniziale dei gialli. Segnano sul lancio dalla trequarti di Yotun per Guerrero, in leggero fuorigioco (probabile che il Var giapponese abbia ritenuto la posizione sanata dalla deviazione del difensore), in area il leader peruviano alza la testa e serve dall’altra parte Carrillo, il destro incrociato al volo è spettacolare.

Il ct australiano è Van Marwijk, vicecampione nel 2010, battuto al supplementare dalla Spagna, con l’Olanda, in Russia neanche avvicina la rimonta, pur costruendo due palle gol. Rogic palla al piede ne salta tre, dai 14 metri si coordina con bel sinistro, Gallese d’istinto mette in angolo. Poi la giocata sull’asse Jedinak-Rogic-Leckie, con il salvataggio di Ramos e Santamaria.

La manovra australiana è anche gradevole, ma elementare e un po’ lenta. 

Alla ripresa il 2-0, percussione mancina di Cueva, carambola in area, Milligan non chiude su Guerrero e la girata del capitano entra nell’angolo opposto. A 34 anni, Paolo Guerrero è il miglior marcatore peruviano di ogni tempo, con 35 gol, 9 in più di Teofilo Cubillas, il mito del Paese, capace però di segnare almeno 5 reti in due mondiali, nel ’70 e nel ’78.

Il leader del Perù di oggi era risultato positivo alla cocaina, a ottobre, la Fifa lo squalificò per un anno, ma a dicembre ridusse lo stop a sei mesi, poichè Guerrero dimostrò che la sostanza era in un tè contaminato. Un mese e mezzo fa, il Tas di Losanna, su intervento della Wada, alzò a 14 i mesi di fermo, congelati grazie anche alla lettera firmata dai capitani di Francia, Australia e Danimarca. 

Fra i canguri entra Tim Cahill, di origine samoana, a 38 anni e mezzo non trova la rete per il quarto mondiale di fila, sarebbe stato un record consolatorio per l’Australia. Neanche è determinante Arzani, il più giovane di Russia 2018, classe ’99, è anzi il Perù ad avvicinare il tris, con il palo di Flores, in fuorigioco. Escono entrambe dal mondiale, i rossi sudamericani sono però accompagnati dagli olè.

LEGGI LA CRONACA
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Giugno 2018, 18:35

© RIPRODUZIONE RISERVATA