Roger Federer è leggenda: gioia, lacrime e l'abbraccio alla moglie Mirka i punti più belli di una finale meravigliosa -Guarda

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di Marco Lobasso
Cosa rimane di un Australian Open che ha lanciato Roger Federer nella leggenda. Le immagini della sua gioia, le sue lacrime, l'abbraccio con la moglie Mirka, i punti più belli di una finale meravigliosa, vinta alla fine di 5 set intensi con il rivale di sempre Rafa Nadal. Ma resta anche l'impressione, che diventa conferma, che il Grande Tennis è cambiato, sempre più dalla parte degli over e meno da quella dei Fenomeni giovanissimi, che non si vedono.





Nadal pensavamo di non vederlo mai arrivare ai trent'anni, eppure quel momento è arrivato. Eravamo abituati ai suoi 19 anni, poi i 20, i 22. Un po’ come Federica Pellegrini nel nuoto, in prima linea dal 2004 (più o meno come Rafa) che non dovrebbe mai avere 30 anni, giovane, forte e bellissima come è ancora oggi. E così succede con Federer. Vorremmo che non finisse mai, eppure quest’anno compirà 36 anni. Generazioni toste quelle degli anni ’80. Forse troppo, perché viene spontaneo paragonarle a quella dei Millennials di oggi, almeno nel tennis, senza avventurarsi in altri campi. I ragazzi nati attorno al Duemila sono lontani dall’arrivare davvero, dall’affermarsi, fatte debite eccezioni. Il tennis del futuro è Thiem, quest’anno 24 anni. Anche Kyrgios, 22 ad aprile. Forse Alexander Zverev, 20 anni ad aprile, da non confondere col fratello “vecchietto” di 30 anni, che scopriamo solo ora, dopo i quarti australiani.


 
 



Nei top 100 mondiali di questa settimana il primo nato ne 1998, quindi un Millenian in piena regola, è Frances Tiafoe, americano. Lo conoscete? Eppure, Becker vinceva Wimbledon a 17 anni e Krickstein trionfava gli Internazionali d’Italia a 16 anni negli anni ’80, tanto per fare esempi facili. Cosa è cambiato? Si dirà che gli over 30 sono oggi più forti e resistenti di quelli di allora. Falso, a guardare le statistiche (vi ricordate Connors?). Eppure, obiettivamente, i diciottenni di oggi sono fisicamente più forti di quelli degli anni ’80 e ’90 che certo non scherzavano. E allora? Si dirà l’esperienza, e forse è vero. Esperienza, ma anche maturità.

Per trovare una spiegazione a finali di Grande Slam giocate da splendidi e meravigliose over 30 forse la parola magica è proprio maturità.
Nel tennis, il diciottenne di oggi non ha la maturità dei suoi coetanei anni ’80 e ’90. Forza e incoscienza di certo, anche di più. Ma non la maturità. Sarà il mondo in cui viviamo, saranno le mille distrazioni, sarà la nostalgia, ma il Fenomeno under 18 non esiste più in giro. Tanto meno nel tennis. Aspettando i “bamboccioni”, teniamoci stretti ancora un poco i fenomeni “anta” di oggi. Siamo talmente innamorati di Federer e Nadal che adesso, finalmente, gli Australian Open non ci sembrano più un torneo così lontano, quasi immaginario. Anzi, sono casa nostra. Svegliarsi, fare colazione e, in pigiama, assistere a Federer-Nadal non ha prezzo. Melbourne è diventato il torneo più bello del mondo.

Ultimo aggiornamento: Domenica 29 Gennaio 2017, 20:04
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