Lucchetta all'Italvolley: "Roma vale un oro"

Lucchetta all'Italvolley: "Roma vale un oro"

di Marco Lobasso
L’Italia del volley chiama e Roma risponde alla grande. Domenica al Foro Italico inizia il Mondiale con Italia-Giappone e con undicimila spettatori tutti per gli azzurri. L’allarme maltempo è scongiurato, si gioca all’aperto in uno scenario unico. Lo sa bene Andrea Lucchetta, uno dei ragazzi della Generazione di fenomeni che negli anni 90 ha vinto tutto con l’Italia e che con il suo talento ha infiammato palazzetti e stadi di tutto il mondo.
Se per una partita del Mondiale a Roma c’è il sold out da giorni, vuol dire che la pallavolo è ancora nel cuore dei capitolini.

«Mai avuto dubbi, la risposta di Roma è stata eccezionale e la Nazionale di Blengini non può deludere. Intanto, ha da battere il Giappone, poi deve regalare il titolo mondiale agli italiani e soprattutto a questi meravigliosi romani che amano il volley».
Lucchetta da atleta ha conquistato Roma, ma non lo scudetto.
«Venti anni fa portai la cultura del volley nella Capitale, poi mi mandarono via e l’anno dopo vinsero lo scudetto con i soldi investiti dal Giubileo e senza di me, ma è acqua passata. I tifosi sono un’altra cosa e meritano titoli e vittorie».

Nell’attuale Italvolley c’è speranza di ricreare una Generazione di fenomeni? 
«Lo speriamo tutti perché la Nazionale è forte, anche se non ha ancora la continuità che avevamo noi, che vincemmo tutto, anno dopo anno con il ct Velasco. Gli azzurri nel 2016 hanno vinto l’argento ai Giochi, l’anno scorso 5° posto agli Europei, per non parlare del 2014 e del disastroso 13° posto ai Mondiali. Risultati alterni, ma ora, in Italia, nei nostri Mondiali non possiamo più sbagliare».

Nel calcio il ct Mancini e il ministro degli Interni Salvini hanno lanciato l’allarme perché giocano pochi italiani in serie A. E nella pallavolo?
«Da noi non è così e comunque sono così distante dal mondo del calcio che proprio non sono capace, e non voglio, fare paragoni. La pallavolo in Italia è lo sport delle famiglie. Lavoriamo per migliorare ancora e funziona. Alla fine del Mondiale gli spettatori saranno decine di migliaia. Noi siamo un’altra cosa».

Domenica col Giappone che partita sarà?
«Con l’aiuto di Roma sarà una grande partita, per l’Italia naturalmente. Vinciamo noi, anche se gli asiatici sono un’incognita; poi andiamo a Firenze per vincere ancora. Abbiamo ancora tante rivincite da prenderci».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Settembre 2018, 10:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA