Lodadio, da Frascati alla conquista del mondo

Lodadio, da Frascati alla conquista del mondo

di Piergiorgio Bruni
Qualcuno, sottovoce, lo ha definito il nuovo “Signore degli Anelli”. Un paragone con il suo idolo Jury Chechi che Marco Lodadio, 26enne astro nascente della ginnastica italiana, prende non senza arrossire. «A livello internazionale – spiega il giovanotto di Frascati – sono cresciuto molto. Mi manca di conquistare l’oro in qualche competizione per assestarmi in pianta stabile fra i migliori. Voglio diventare il più forte di tutti». Un’ambizione che prende spunto dal presente, ma affonda le radici nel passato. Un percorso di crescita iniziato nella palestra gestita dai genitori, la Gym Point: «Avevo circa 9 anni – confida Marco – quando mi sono avvicinato a questo sport: ho partecipato a un progetto d’inserimento per bambini al centro federale Giulio Onesti e lì sono stato selezionato dal mio attuale allenatore, Luigi Rocchini». Tanti sacrifici e alcuni momenti di sconforto, tuttavia, non hanno scalfito la voglia: «Gli anelli – racconta – sono attrezzi che vanno costruiti col tempo. A parte la tecnica, c’è bisogno di un allenamento muscolare ben definito che possa permetterti di mantenere la forma fisica per 12 mesi. Sto in palestra 6 giorni su 7 e devo gestirmi a 360 gradi. E’ necessario preparare pure la gestione del dolore, perché quando si hanno piccoli infortuni non si riesce a recuperare totalmente e in poco tempo». Oltre alla palestra, l’odore di borotalco e un serratissimo regime alimentare, c’è un altro mondo che Marco vuole vivere con altrettanta passione. Quello di Eleonora, la sua fidanzata: «Stiamo insieme da 6 anni e mezzo» e poi, anche se lo dice sottovoce, l’amore per il buon cibo (ideale). E la cosa si fa altrettanto seria: «Sul gradino più basso del podio – scherza – ci mettiamo la carbonara. A seguire un risotto alla crema di scampi, mentre la medaglia d’oro la diamo a una bistecca alla fiorentina». E il rapporto con gli altri sport? Ottimo. Ma le attenzioni primarie sono per la Roma: «Mio nonno materno – confida Marco Lodadio – dice che ancor prima d’imparare a parlare già disegnavo il lupetto». Nell’immediato, però, non c’è il calcio: «A agosto ho gli Europei a Glasgow e a fine ottobre i Campionati del Mondo a Doha». Due appuntamenti importantissimi che, inevitabilmente, inizieranno a scandire il conto alla rovescia per Tokio 2020: «Passo dopo passo – conclude Marco – voglio crescere e arrivare alla medaglia Olimpica. Ma sono un tipo scaramantico e quindi non aggiungo altro».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Luglio 2018, 08:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA