Bocce fever, un milione di giocatori in Italia. E ora spunta alle Olimpiadi

Bocce fever, un milione di giocatori in Italia. E ora spunta alle Olimpiadi

di Marco Lobasso
ROMA - Bocce, fenomeno italiano. Non chiamatelo più sport per vecchi e per pensionati. Nel 2017 gli under 18 tesserati e agonisti in Italia sono arrivati a 15mila, il 30 per cento in più dell'anno prima e, a livello giovanile, l'Italia compete ormai con le più forti nazioni europee. Lo sport più antico del Bel Paese è uscito allo scoperto, si è rifatto il look e ha ripreso a crescere, con un numero di amatori stimati che ha superato l'iperbolica quota di un milione, e con i tesserati agonisti che hanno toccato quota 110mila. Numeri da capogiro, in crescita esponenziale, grazie all'impulso dato all'inizio del 2017 dal nuovo consiglio federale e dal presidente Marco Giunio De Sanctis.
«Sta funzionando il messaggio innovativo che è il nostro biglietto da visita. Siamo uno sport sociale, di gruppo, che mette insieme giovani e meno giovani, che esprime un livello medio di giocatori under 30 competitivi nel mondo. Abbiamo storia, cultura, tradizione e un vero progetto di futuro», spiega orgoglioso De Sanctis, alla viglia delle celebrazioni dei 120 anni di storia della Federbocce del 30 maggio prossimo.
Il futuro si chiama Olimpiadi. Non una pazza idea, ma qualcosa di realistico: l'obiettivo è entrare nel programma di Parigi 2024.



«E' paradossale ma lo sport delle bocce è stato aiutato dalla rinuncia di Roma e dall'assegnazione a Parigi. La Francia è la patria delle bocce, in particolare della petanque, e un ritorno di questa disciplina ai Giochi ora è possibile. Intanto, il presente si chiama Paralimpiadi. L'Italia potrà parteciparvi nel 2020 a Tokyo, mai accaduto prima. Nelle bocce la disabilità è una risorsa, inclusione sociale, divertimento e la crescita di praticanti anche qui è notevole.
Pagina Facebook attivissima, sito web rinnovato (federbocce.it), apertura di circoli e club per i neofiti di questo sport.
«Praticare lo sport delle bocce costa poco, con meno di 500 euro all'anno si può aggiunge De Sanctis -, ci si allena, si socializza, si gareggia. Abbiamo un grande passato ma siamo lo sport del futuro».
Il volto femminile delle bocce italiane è quello di Rosanna Cacio, colonna delle inviate della Vita in diretta sulla Rai e ora conduttrice di un programma tv su canale 62 del digitale terrestre per la Fib, Bocce mon amour. «Non potete immagine quante donne giochino a bocce. Sono agoniste, preparate, anche un po' civettuole, con bocce spesso personalizzate e con colori vivi. Sono giovani, spesso giovanissime e fanno sul serio spiega Rosanna, che ha provato anche lei il piacere di una vera partita di raffa o di petanque -. E' uno sport di squadra, si fa gruppo. Fateci caso, le ragazze che tirano di bocce sembra quasi che danzino, eleganti, allenate, belle da vedere. Il nostro movimento sta crescendo anche per questo, per il messaggio positivo che passiamo ai giovani. Alle donne che ancora non hanno provato dico: perché no? Sarete conquistate come è successo a me e a tante come me».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Maggio 2018, 09:26
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