Da Tinder a Bumble, le multinazionali del rimorchio in crisi: la Generazione Z è stufa degli incontri virtuali

Da Tinder a Bumble, le multinazionali del rimorchio in crisi: la Generazione Z è stufa degli incontri virtuali

di Redazione web

L'amore, l'ultimo mistero del mondo, non è mai stato tanto commercializzato come in questo decennio. I veri guadagni però non si fanno più con cioccolatini e cuscini a forma di cuore ma con le app di incontri come Tinder, Bumble, Hinge, Happn, Grindr fino al più elitario Raya.

Queste multinazionali del rimorchio sono cresciute enormemente, speculando proprio sull'ancestrale bisogno di incontrarsi di milioni di persone nel mondo. La dura legge che "niente dura per sempre" si sta però abbattendo anche su questo settore e infatti dal 2021 la società Match Group (Tinder) ha visto diminuire dell'80% il proprio valore di mercato, passando da 50 a 10 miliardi. Idem per la concorrente Bumble, il cui valore è passato da 15 a 3 miliardi. Il vento sta cambiando e i responsabili sono i più giovani, la famosa Generazione Z che non viene sedotta da queste piattaforme.

Che stiano stufando questi incontri virtuali catalogati e indirizzati dall'algoritmo? Che lo swipe appaia sempre più superficiale e frustrante? Che la giungla di abbonamenti, piani boot e boost siano sempre meno interessanti rispetto ai messaggi in DM gratuiti? Le domande sono tante ma la certezza una: "l'amore liquido" descritto da Zygmunt Bauman, per cui "la relazione tascabile è l'incarnazione dell'istantaneità e della smaltibilità" è sempre più popolare per gli adulti in chat - e non. Solo i ragazzi e le ragazze, con la loro freschezza, stanno dimostrando che probabilmente è vero il contrario.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Maggio 2024, 10:46
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