Parate spettacolari di super Reina,
Mertens e Callejon non incidono

Parate spettacolari di super Reina, Mertens e Callejon non incidono

di Pino Taormina
Manca a lungo la rapidità per poter saltare addosso alla difesa bianconera blindata a uomo e arroccata attorno a un 4-4-1-1. Troppi gli errori in appoggio e sorprende l'approccio timido alla supersfida. La Juve fa la Juve: addestrata a sbranare le rivali con poco morsi, ne sferra uno e poi bada all'essenziale. Affidandosi a San Buffon. E la devozione premia.
    
 

7,5 REINA
Bravo in uscita su un pungente Higuain all’alba della gara, non ha certo colpe sul gol bianconero sul contropiede con cui la Juve passa in vantaggio, anche perché esce quando deve farlo e non sembra in ritardo. È sempre attento, anche su alcuni pericolosi traversoni che arrivano. Su Matuidi il suo intervento è pazzesco su un missile calciato al volo da pochi metri.

6 HYSAJ
Torna sul suo lato preferito e trova il deserto, perché tutto si concentra in particolare dalla parte opposta. Eppure affonda meno di quello che potrebbe nonostante gli spazi che Matuidi gli concede. Non dà grande qualità alla manovra, anche se dal suo lato non si vede quasi mai nessuno. Ha un buon senso della posizione che gli consente di uscire un paio di volte palla al piede.

5,5 ALBIOL
Anche lui pasticcia in appoggio e traballa qualche volta di troppo. Perde una palla da brividi ma gli va bene. In serate del genere, non bisogna mai avere un briciolo di disattenzione. E sul gol che decide il big match anche lui ci mette del suo. Poi svolge in maniera diligente il suo lavoro, ma quando l’asticella è così alta, non è perdonabile alcun errore.

5,5 KOULIBALY
Scatto imperioso su Dybala nel finale del primo tempo. Ma anche lui deve condividere con altri il gol della partita. Fa male la diagonale e si fa portare troppo a spasso dal 10 argentino. Certo, quando Higuain lo sfida spalla a spalla, però, non c’è gara: vince sempre il senegalese. Non si fa mai puntare da nessuno dei due argentini, poi prova a a dare un contributo in fase di impostazione. 

5,5 MARIO RUI
Non segue fino in fondo il Pipita che gli fugge via come una saetta ed è decisivo il suo ritardo nella chiusura. Regge il campo a lungo e il dato positivo è che ormai è recuperato al cento per cento. Meglio nella ripresa, quando la Juve rinuncia a quel briciolo di iniziativa che aveva nel primo tempo e Douglas Costa arretra quasi sulla linea dei mediani.

6 ALLAN
Spinta, rabbia e buone idee. Addestrato a mordere in pressing, ci mette cuore e mestiere, ma spesso è prigioniero della folla che si ritrova sulla mediana. Pjanic è lì a calpestargli di continuo i piedi, ma nel primo tempo è in ogni caso tra i più brillanti, una specie di enciclopedia di mediano. Poi nella ripresa cala e sparisce dai monitor.

5 JORGINHO
A tratti irriconoscibile, piantato sul posto dalle ripartenze dei bianconeri, si è specchiato a lungo con Dybala che aveva il compito di non fargli alzare la testa e si è scoperto inferiore. Toccava soprattutto a lui rifornire il luna park offensivo e lo fa con imprecisione, non trovando mai il modo di rendersi utile. Ogni tanto stecca anche lui. Fa male quando questo succede in notti come queste.

5,5 HAMSIK
Poca interdizione, gracile impostazione. È vero che c’è Khedira a schermarlo, ma non c’è mica questo divario tecnico tra i due. Anzi. Troppo nascosto tra le pieghe della partita, nel primo tempo non fa mai una sgasata, mai una incursione. Poi nella ripresa prende un po’ più in pugno la situazione e comincia ad alzare la testa. Troppo poco in gare del genere.

4,5 CALLEJON
Un paio di accelerate a salve, contributo impercettibile. Per attaccare la porta, dovrebbe presenziare di più l’area. Si tiene troppo alla larga, invece. Ci arriva di rado anche perché Asamoah fa buona guardia. Capisce che per dare una mano deve accentrarsi. Ha tirato a lungo la carretta e forse quando l’asticella si alza, ne paga il prezzo. Come ieri sera.

5 MERTENS
Se sta bene, avere uno o più uomini addosso non è un problema, Adesso, invece, lo è. E il Napoli tutto paga il conto della sua evanescenza. Una volta, ogni volta che toccava un pallone avevi la sensazione che stavi per divertirti e che stava per combinare una magia. Chiellini e Benatia lo sovrastano con incredibile senso di impotenza senza lasciargli neppure un’occasione.

5,5 INSIGNE
Perde una palla sciagurata quando prova a saltare De Sciglio. Ed è l’episodio che decide la partita. Spesso queste iniziative gli vanno bene, ma stavolta il gioco non vale la candela perché da qui parte il contropiede che porta al gol di Higuain. Buffon fa un miracolo sul suo colpo di testa (32’). Gli scatta l’orgoglio degli scugnizzi ed è il più insidioso di tutti per palle-gol create.

5,5 ZIELINSKI
Non dà la scossa che Sarri si aspettava e voleva. Si piazza lì, con Marchisio a seguirlo a distanza. Il senso della sua presenza è una serie di scambi ripetuti a centrocampo, ma da lui ci si aspetta scatto e rapidità nel tocco e nella circolazione di palla. Nulla di tutto questo. Il clima della sfida è quello e lui si ambienta in un baleno senza diventare in alcun modo decisivo.

sv OUNAS
Prende il posto di Insigne e costringe Callejon a spostarsi dalla parte sinistra per dargli la possibilità di infilarsi dal lato di Chiellini. Si fa vedere per qualche discreto scambio con Zielinski e una imbucata con cui prova a servire Callejon dalla parte opposta. Il piccoletto non ha però l’ardore per intimidire sul serio la retroguardia blindata dei bianconeri.

SV MAGGIO
È stato in ballottaggio fino alla fine con Rui e in fondo è la prova che il vecchio signorotto veneto è una pedina recuperata. Non sarebbe cambiato molto con lui in campo. Prende posto sulla destra e spedisce Hysaj dalla parte opposta. Lui non spinge più di tanto anche perché il compito è quello di evitare l’avanzata sulla fascia. Prova qualche cross ma senza fortuna.

5 SARRI
La densità con cui Allegri riempe la mediana è l’arma con cui Sarri viene sabotato e il suo gioco disinnescato. Senza spazi, difficile far girare la palla a centrocampo come piace al Napoli. In questa maniera le linee di passaggio sono ridotte a poche corsie essenziali. Costringendo spesso gli azzurri alla giocata all’indietro. In fase difensiva la Juve si schiera con un 4-4-1-1, una specie di catenaccio, in quella offensiva il tridente mobile. La Juve è difesa e contropiede, lo si sa da tempi biblici. Il Napoli fa il timido. Contro la Juve ci sono evidenti difficoltà. Ma non ci sono mai variazioni tattiche sostanziali ed è quindi semplice per la Juve gestire gli affondi. In ogni caso, non basta uno scivolone a riscrivere le gerarchie.
Ultimo aggiornamento: Sabato 2 Dicembre 2017, 09:55
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