Bracciano, vicino alla riva centinaia di pozzi abusivi: si apre la caccia ai “ladri di acqua”

Bracciano, vicino alla riva centinaia di pozzi abusivi: si apre la caccia ai “ladri di acqua”

di Camilla Mozzetti
BRACCIANO È una prassi consolidata da anni che serve a far crescere, all’ombra delle regole, melanzane e pomodori per rivenderli poi nei mercatini del sabato e della domenica o per preparare le conserve domestiche da avere a disposizione quando arriva l’ inverno. Si sa, ma guai a ripeterlo ad alta voce: l’acqua dal lago di Bracciano se la prendono anche gli agricoltori o i privati dei tanti comuni che affacciano sul bacino e sì, lo fanno nella maggior parte dei casi di nascosto. Per irrigare gli orti e i campi – aranceti e uliveti compresi – che sorgono a centinai sulle sponde del lago alle porte di Roma. Senza pagare un solo centesimo. Senza rispettare le normative vigenti. 
La voce si insegue tra gli angoli della cittadina un tempo appartenuta ai Prefetti di Vico. «Va bene, ora che sarai mai se qualche contadino si è tirato via un po’ d’acqua dal lago? Qui il problema non sono loro», ripeteva ieri convintamente una tabaccaia. La storia si conosce comunque. L’importante è non raccontarla (men che meno agli “estranei” del posto). Ché ad ammetterla con tono, c’è il rischio di rendersi conto poi di quanto sia vera. E illegittima. 

GLI ABUSIVI
E se dalla mezzanotte di oggi sarà interdetta la captazione dell’acqua ad Acea – l’azienda pubblica che sfrutta anche il bacino per garantire il servizio idrico nella Capitale –, i Carabinieri del Noe, su espressa richiesta del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sono pronti a stanare tutti gli abusivi che negli anni hanno tirato via centinaia e centinaia di litri d’acqua, interrando pompe e attrezzando pozzetti senza però denunciarli. «Io la frutta e la verdura la coltivo a Cerveteri – spiegava ieri un rivenditore nella piazza di Bracciano che si apre ai piedi del castello Odescalchi – ma so che ci sono alcuni agricoltori di zona che lavorano piccoli campi, sfruttando l’acqua del lago. Non si dovrebbe fare ma va così». E il fenomeno, a sentire i “sussurri” dei cittadini, si pratica soprattutto in quella zona intorno ad Anguillara, che fa parte dei 18 comuni del braccianese non aderenti all’ente d’ambito (in questo caso Acea Ato2) per i quali il ministro Galletti ha chiesto il commissariamento, poiché gestiscono in maniera autonoma i servizi idrici. Tornando alle coltivazioni, la zona del bacino di Bracciano è ampia più di venti chilometri. Serve in media un’ora, con un po’ di traffico estivo, per percorrere l’intera circonferenza da Trevignano, passando per Anguillara, fino a Bracciano tornado poi al punto di partenza. E i campi agricoli, gli orti, che si contano lungo il tragitto, nascosti dalle alberature e dai cancelli schermati con la plastica o con l’edera, sono diverse centinaia. Vere e proprie aziende e orti a conduzione familiare che in alcuni casi nascondono illegalità. Sia chiaro: non tutti i coltivatori dei campi intorno al lago sono degli abusivi. «L’uso dell’acqua del lago per fini agricoli lo conosciamo», spiega un’ambientalista del Parco naturale regionale Bracciano–Martignano. C’è chi però lo fa seguendo le regole e chi no.

Si presume, infatti, che una quota parte – affatto trascurabile – abbia operato per anni in maniera difforme, senza denunciare le captazioni, sottraendo illegittimamente l’acqua del lago. Ed è su questo che le autorità dovranno ora fare chiarezza.

IL METODO
Il meccanismo, intanto, seguito dai contadini “irregolari” è rodato. Banale nella sua semplicità. I campi coltivati si estendono in lunghezza – e non in larghezza – arrivando a pochi metri dal lago. Più si è vicini e meglio è perché il fondale sabbioso del bacino è un toccasana per le verdure. 

Così, fino a che il livello del lago rientrava nei giusti parametri, alcuni coltivatori hanno messo a punto il sistema: scavare a meno di due metri di profondità innestando nel terreno delle pompe per captare l’acqua senza far veder nulla. In questo modo, infatti, i tubi sbucavano direttamente dentro al lago. «Ora con l’abbassamento del livello dell’acqua queste sporgenze si vedono e come», confidava il titolare di uno stabilimento. Un aiuto per i Carabinieri. Un problema per chi sa di essere abusivo. 
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Luglio 2017, 00:01
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