Napoli, Aldo De Chiara: «Vomero, ora serve la linea dura»

Venerdì fiaccolata in piazza Vanvitelli per chiedere maggiore presenza delle forze dell'ordine

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di Giuseppe Crimaldi

«La situazione della sicurezza al Vomero peggiora purtroppo di giorno in giorno, e i residenti hanno perso la tranquillità. Per questo penso che servano misure drastiche e incisive per eliminare i fenomeni collegati alla movida selvaggia». Aldo De Chiara, magistrato di lungo corso, è un vomerese “doc” ed è tra quelli che invocano un’inversione di tendenza rispetto alle notti etiliche, agitate e sempre più violente vissute nella zona collinare. L’ultimo episodio - una maxirissa scatenata tra bande rivali di giovanissimi nella centrale piazza Vanvitelli - sembra essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. 

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Che cosa sta succedendo? 
«La percezione di sicurezza è ai minimi termini. Sento sempre più gente dire: “Io non esco più per paura che mi possa succedere qualcosa”. E questo è sconfortante».

Ma il fenomeno delle baby gang non è nuovo nei quartieri Vomero e Arenella. Che cosa serve? 
«Oggi le cose sono peggiorate. Serve un vontrollo del territorio più capillare e costante da parte delle forze dell’ordine, capace di coprire le intere notti del fine settimana. Ma bisogna anche trovare il coraggio di assumere altre misure, forse impopolari ma capaci di facilitare il lavoro di polizia e carabinieri». 

A che cosa pensa? 
«Tanto per cominciare, io vieterei nelle serate della movida la circolazione ai non residenti: al Vomerosi potrebbe arrivare a piedi o con i mezzi pubblici».

Esagerato... 
«Niente affatto. Senza intaccare i diritti costituzionali che garantiscono a tutti la libertà di movimento e di riunione, questo consentirebbe di controllare meglio ogni eventuale situazione critica.

Secondo punto: adottare un regolamento simile a quello preso dal sindaco di Milano, Sala, con il quale si vieta la somministrazione in strada di sostanze alcoliche in lattine o vetro dalle 22 alle 5: lattine e bottiglie abbandonate diventano spesso armi improprie usate durante liti e risse. E, per finire, un’ultima misura».

Quale? 
«Imporre nel fine settimana la chiusura anticipata di bar, pub, ristoranti e discoteche. Naturalmente questi provvedimenti dovrebbero valere anche per tutte le altre zone cittadine prese di mira durante le notti della movida. Penso a quanto è successo all’alba di domenica a due povere ragazze investite nella zona occidentale, una delle quali è morta. Uscire da una discoteca alle cinque del mattino implica rischi potenziali altissimi».

Tra i giovanissimi girano anche molte, troppe armi. E soprattutto coltelli. 
«Anche su questo fronte serve un cambio di passo. Bisogna introdurre i metal detector all’entrata e all’uscita delle metropolitane, ma anche lungo i percorsi più battuti dai ragazzi. Un tipo di controllo d’altronde già sperimentato al Vomero e all’Arenella dai carabinieri, grazie all’utilizzo di dispositivi di controllo mobili».

Che cos’è per lei la sicurezza? 
«La sicurezza è un valore prioritario e la precondizione per l’affermazione di ogni società civile e democratica. So benissimo che nessuna misura, anche la più rigida e rigorosa, eviterà nuovi eventi drammatici: ma occorre tentare con ogni mezzo a porre un argine a questa gigantesca offensiva di violenza. Il Vomero un tempo era un quartiere residenziale, oggi vive nel caos più totale; e quando parlo di caos mi riferisco anche all’occupazione abusiva di suolo pubblico, abbiamo dehors ovunque, e servirebbero anche più controlli amministrativi».

Quanta esasperazione c’è tra i residenti del Vomero? 
«Tantissima. Al punto che, venerdì sera, la gente scenderà in piazza raccogliendo l’appello di un comitato per dire “no”, con una fiaccolata proprio a piazza Vanvitelli, a ogni forma di degenerazione e di violenza».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Maggio 2024, 08:34
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