Vertice a Parigi

I timori di un presidente inesperto in diplomazia, che si sarebbe fatto intimidire da una vecchia volpe come Vladimir Putin, sono stati fugati in pochi minuti: Emmanuel Macron ha fatto il suo esordio di fuoco attaccando a 360 gradi e senza troppi riguardi diplomatici il capo del Cremlino. Che a tratti, soprattutto quando è stato messo all'angolo sulle ingerenze di media russi nelle elezioni, è parso in chiara difficoltà.
Fra gli ori di Versailles - dove i due capi di stato si sono incontrati per la prima volta - e al di là del comune omaggio a Pietro il Grande e ai «300 anni di relazioni franco-russe» celebrate da una mostra nella famosa reggia, la conferenza stampa congiunta ha segnato una svolta nell'atteggiamento diplomatico della Francia verso la Russia. Non solo, ma il linguaggio usato da Macron - chiaro, diretto e senza alcuna concessione - è apparso lontano anni luce dal linguaggio felpato spesso usato in questi vertici e dalle formule diplomatiche di maniera.
«L'importante è il dialogo - ha esordito Macron - da tre secoli, Francia e Russia non hanno mai interrotto la loro reciproca amicizia segnata da pensatori, artisti e tutti i presidenti che si sono succeduti».

Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Maggio 2017, 05:00