Dal 4-3 di Messico '70 al 2-1 del 2012,
per la Germania solo disfatte contro l'Italia

Dal 4-3 di Messico '70 al 2-1 del 2012, per la Germania solo disfatte contro l'Italia
D iceva un medico tedesco, diventato poi famoso come poeta perché Schiller lo è stato davvero, che lo storico è un profeta capace di guardare indietro. Lo prendiamo in parola aspettando l’ordalia nell’europeo di calcio contro la Germania guardando al passato, nelle partite che contano, perché a stare male sono sempre stati loro.

Non ci hanno battuto ai mondiali del ‘62 dove avevamo una squadra che finì sbriciolata dai cazzotti cileni. Sui supplementari di Messico ‘70, prima della rovinosa staffetta Mazzola-Rivera in finale col Brasile, sono stati scritti libri, hanno fatto un film, molti ricordano quella notte del 4-3, con Rivera angelo salvato dalle forche dei diavoli della nostra difesa, perché qualche figlio è stato concepito in quel’alba radiosa. Una generazione ha vissuto con questo ricordo, erano notti senza fine aspettando le dirette dal Messico e anche allora, come oggi, pensavamo che l’ostacolo fosse troppo alto. Ci pensò Boninsegna dopo 8 minuti ad inventare la partita del secolo pareggiata al 90° dal milanista Schnellinger quando stavamo già profumando col timo lo spaghetto della vittoria. Che notte, che mondo, che mondiale, che supplementari. Quel Mueller che sembrava Sigfrido, ma noi avevamo Burgnich la roccia e quando pareggiarono, sempre con Mueller, anche il gol di Gigi Riva, mentre Albertosi malediva Rivera, che sul palo non trovò il tempo per respingere, ecco la luce atzeca per accompagnare proprio il nostro uomo d’oro sul sentiero lasciato libero dai difensori tedeschi. Gol di Rivera che sembrava un Cristo del Mantegna nell’abbraccio di chi, un minuto prima, avrebbe voluto crocifiggerlo. In quel sogno camminiamo anche adesso, pur avendo una bella squadra, ma sapendo che loro, i tedeschi campioni del mondo, aspettano da tanto tempo la partita della vendetta e sabato sapremo se l’avranno.

Da quel giorno hanno trovato gloria, ma non rivincite con gli azzurri. Non ci fecero male neppure al mondiale ‘78 in Argentina, 0 a 0, dove avevamo una nazionale forse più bella di quella che li fece piangere a Madrid nella finale mundial ‘82 benedetta con lo scopone aereo del presidente Pertini che fu l’unico a trattare male Bearzot, dopo tanti baci ed abbracci, per una carta giocata male. Non seppero cosa dire dopo il supplementare perso in casa nelle semifinali del mondiale a casa loro del 2006, quello della beatificazione per Lippi e l’inferno per Zidane che prese a testate Materazzi sul campo di Berlino.

Certo sono cambiate tante cose in questi 10 anni, ma i tedeschi sono sempre in debito. Anche agli europei. Non ci hanno battuto in casa loro nell’88, stessa cosa per Inghilterra ‘96, ma la ferita che devono ricordare è sicuramente quella di Varsavia 2012, la doppietta di Balotelli Hulk che fece diventare una rosa piena di spine il rigore segnato da Ozil nel recupero.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Giugno 2016, 09:22
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