Totti: "I calciatori nomadi che seguono i soldi
e non il cuore. In Italia troppi stranieri"

Totti: "I calciatori nomadi che seguono i soldi e non il cuore. In Italia troppi stranieri"

di Francesco Balzani
Fedeltà alla maglia e attaccamento alla città: è questo il gap che la Roma può vantare sul resto della serie A. Totti, infatti, vestirà per la 25ª stagione di fila la maglia giallorossa, la prima, ultima e unica della sua carriera. Solo Paolo Maldini può vantare un legame d’amore così forte, ma per Totti è stato diverso visto che la Roma non è mai stata forte come il Milan di Sacchi e Capello.

Per questo ieri si è potuto permettere di analizzare amaramente i “tradimenti” delle ultime settimane: «Oggi nessuno segue il cuore e quasi tutti i calciatori decidono di andare altrove per vincere e guadagnare di più, sono un po’ come dei nomadi. Se avessi pensato solo ai soldi avrei lasciato la Roma 10 anni fa. Avrei guadagnato di più. Per me si tratta di altro, di passione, non di soldi. La gente va allo stadio per divertirsi e vedere un giocatore che sta sempre nella stessa squadra. Si aspettano che non li tradisca. Guardate quello che è successo ora con Higuain. È un disastro, ma non tutti gli stranieri sono come Maradona».

E per Francesco, intervistato a Gazzetta World e osannato anche dai tifosi americani a Boston, di stranieri ce ne sono troppi: «Io tornerei alla regola dei due per squadra. Nella Roma non parliamo più italiano, ma inglese. Pure i preparatori e i massaggiatori sono stranieri». Difficile così trovare un nuovo Totti? «Spero che la Roma possa trovarlo, ma non sarà facile. Io sarò sempre pronto ad aiutare la mia squadra anche quando smetterò».

Ovvero, a meno di sorprese, tra 10 mesi: «Ora come ora sarà il mio ultimo anno. Ed è normale che io veda questa stagione in maniera differente. Spero di lavorare fino alla fine e vincere almeno un altro trofeo. America? Qualche volta ho pensato di andare a giocare lì, ma io sono sposato con la Roma». E per ora il numero 10 non prende in considerazione nemmeno l’idea di allenare nonostante le recenti esternazioni di Pallotta: «Non è che non voglio fare l’allenatore, però non mi ci immagino. Poi nella vita ci sono tante sorprese». Nessun rimpianto azzurro: «La Nazionale non mi è mai mancata. Ho lasciato da campione del mondo».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Luglio 2016, 08:56

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