Strakosha l'antidivo, il giovane portiere della Lazio è una scommessa già vinta

Strakosha l'antidivo, il giovane portiere della Lazio è una scommessa già vinta

di Enrico Sarzanini
Tra i tanti dubbi estivi lui era la certezza: Tomas Strakosha non è mai stato messo in discussione. Per il tecnico Inzaghi così come per il diesse Tare era lui il numero uno, il titolare fisso sul quale puntare nella stagione delle conferme. Alla faccia di chi due anni fa lo aveva deriso, classificandolo come portierino.

Contro tutto e tutti invece si è caricato la Lazio sulle spalle senza battere ciglio ed è già protagonista in questo avvio di stagione. Poco importa se sulle copertine si alternano Inzaghi, Immobile o Milinkovic, l'albanese, che preferisce restare in ombra, continua a rispondere a suon di buone prestazioni. Perso Marchetti per strada, il cui rendimento è stato seriamente compromesso dai tanti infortuni, la Lazio si è ritrovata un piccolo fenomeno in casa. Scovato da Tare due stagioni fa e cresciuto sotto le sapienti mani del preparatore dei portieri Grigioni, in appena un anno (esordì a San Siro contro il Milan il 20 settembre 2017) Strakosha è diventato uno dei punti di forza di una Lazio che continua a stupire. In questo avvio di stagione è stato spesso decisivo.

Anche domenica a Verona sul finire del primo tempo si è superato sulla punizione di Fossati, un gol che avrebbe rimesso in corsa il Verona sotto 2-0. Un gesto tecnico che non è passato inosservato e che lo stesso Inzaghi ha voluto sottolineare a fine gara: «Ha compiuto un intervento che è valso quanto un gol». Già perché se Immobile incanta segnando, dietro ci pensa Strakosha a chiudere la porta a chiave. Fresco di rinnovo di contratto fino al 2022, ha dalla sua anche l'età: classe 1997, pur essendo uno dei profili più interessanti del nostro campionato, ha ancora tempo per migliorarsi. 

Con la maglia della Lazio ha avuto la possibilità di esordire anche in Europa League, mentre novello in Nazionale già punta a scavalcare Berisha (guarda il caso ex Lazio) nella gerarchie del cittì Panucci, che lo ha fatto esordire lo scorso marzo contro l'Italia, gara valevole per le qualificazioni ai Mondiali. Tutto sulle orme di papà Fotaq, ex portiere che per 15 anni è stato uno dei pilastri della nazionale: «E' una sensazione speciale ha spiegato in una recente intervista il padre - mi sembra di riscendere in campo». Guai però a pensare che sia già arrivato: «Thomas ha qualità e il carattere giusto ma deve lavorare ancora di più anche se è sulla buona strada».
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Settembre 2017, 08:57

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