Roma-Juve, Allegri col 3-5-2 di Conte:
"Per lo scudetto non è una gara decisiva"
di Timothy Ormezzano
Discorsi che non piacciono ad Allegri, impegnato a tenere in vita quel malato terminale che è il campionato: «Ci mancano ancora tante vittorie. Dopo la partita di Roma ne rimarranno altre 13, per un totale di 39 punti disponibili, con moltissimi confronti al vertice che varranno doppio». Guardia alta e antenne dritte, allora: «Lo scontro diretto con la Roma deve rimanere a favore nostro. Loro non hanno punti deboli. E in una sfida secca i valori si azzerano».
Azzerate (o quasi) anche le polemiche e i veleni dell'andata: «Le dichiarazioni di De Rossi mi hanno fatto piacere, ha dato un bel segnale alla vigilia di una serata importante per il calcio italiano. Ancora adesso se i moviolisti rianalizzano la gara di andata non trovano un accordo». Praticamente azzerato pure il centrocampo bianconero: oltre a Pirlo e ai sempredegenti Asamoah e Romulo si è fermato anche Sturaro (lieve trauma distorsivo al ginocchio destro), mentre Vidal e soprattutto Pogba sono ammaccati.
Se il francese darà forfait, Allegri riproporrà il 3-5-2 “made in Conte”: Caceres in trincea, Re Arturo e Pereyra a scortare il regista Marchisio e il tandem Tevez-Morata in attacco.
Se anche il cileno sarà fuori uso, c'è l'ipotesi di un inedito 3-4-2-1, con Padoin in mezzo e la coppia Pereyra-Tevez sulla trequarti. «Non siamo in emergenza - minimizza Allegri -. Alla peggio giocheremo con due centrocampisti in meno del solito». La Juve si avvicina alla partitissima con la serenità dei primi della classe, si gode la vista dalla vetta della classifica e l'aria (apparentemente) serena tra la prima e l'attuale capitale d'Italia. Almeno fino alla prossima polemica.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Marzo 2015, 16:24
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