Mr. Bee vuole solo il Milan e attende Berlusconi,
ma il cinese Lee è pronto al sorpasso

Mr. Bee vuole solo il Milan e attende Berlusconi, ​ma il cinese Lee è pronto al sorpasso

di Luca Uccello
MILANO - Più Lee che Bee. Più Cina che Thailandia per il futuro del Milan di Silvio Berlusconi che tra oggi e domani accoglierà nella sua residenza di Arcore il brooker di Bangkok, Bee Taechaubol, sbarcato domenica pomeriggio a Milano e che ha trascorso un lunedì da turista per la città.





In giro con la moglie a fare shopping tra via Montenapoleone e piazza della Scala, facendosi fotografare poi nella sua suite vista Duomo, dimostrando di avere le idee chiarissime: «Il Milan per me è l'unica opzione. Non voglio acquistare nessun altro club, solo il Milan. Mi hanno offerto tre società inglesi, ma ho detto sempre di no».



I club d'Oltremanica con un appeal sicuramente inferiore rispetto al Milan sono il Watford, lo Sheffield e il Southampton. Dichiarazioni importanti, ma non tanto da cambiare gli equilibri che in casa Milan sembrano pendere su Richard Lee, l'uomo d'affari di Hong Kong che rappresenta la cordata cinese, avanti nella trattativa, verso la conclusione direttamente per la maggioranza rossonera, il 75%.



Un affare che va oltre il calcio. Berlusconi ha esaminato il dossier relativo alla cessione del club rossonero nel corso del fine settimana. Sul tavolo l'offerta thailandese vincolante fino al 30 aprile. Per questo mister Bee resterà a Milano fino a giovedì. Ci rimane con la convinzione di poter chiudere, prendersi il Milan con o senza stadio.



Intanto oggi importante assemblea dei soci chiamata ad approvare il bilancio (pesante rosso di 92 milioni) e nominare il nuovo Cda. Perdita a parte, dove pesa lo sviluppo di Casa Milan oltre la mancata qualificazione in Champions League, Berlusconi vuole cedere le proprie quote, come richiesto da parte della famiglia: tutto iniziò 5 anni fa con il pubblico sfogo di Marina, presidente Fininvest, che all'Equipe lasciò intendere l'intenzione futura: «Ritengo immorali certi stupendi dei calciatori».



Da quella dichiarazioni cominciò l'autofinanziamento rossonero con la controllante di famiglia disposta a ripianare solo cifre modeste. Nel 2009 ci fu quindi l'addio di Kakà, seguite poi dalle successive di Ibra e Thiago Silva nell'estate del 2012. Ora i tifosi si augurano che l'ingresso di nuovi soci possa far tornare il Milan nuovamente in alto.
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Aprile 2015, 15:41

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