Milan ai cinesi, si avvicina il closing:
la cessione societaria a novembre

Milan ai cinesi, si avvicina il closing: la cessione societaria a novembre

di Luca Uccello
A un giorno dall’ottantesimo compleanno, Silvio Berlusconi, torna a trattare il tema Milan. Lo fa a “Chi” dove parla a cuore aperto: «Ho un rimpianto, quello di non aver potuto lavorare sul Milan come avrei voluto. Se negli ultimi anni la squadra non è stata come prima è solo perché non ho avuto più tempo per occuparmene personalmente ma resto sempre il presidente di club che ha vinto di più nella storia del calcio».

Parole che arrivano insieme a quelle di Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, che a Milan Tv, è certo che i cinesi rilanceranno i colori rossoneri: «Io penso di sì, perchè è nel loro interesse. E poi questi sono seri, sono bravi. Dovunque vadano, basta guardare via Paolo Sarpi, è gente lavoratrice che ha successo. E così in tutte le grandi città del mondo. Benvengano i cinesi».

E proprio la cordata orientale pronta a rilevare la maggioranza del club è sbarcata a Milano, rappresentata da Han Li (braccio destro di Yonghong Li, il presidente del gruppo Sino-Europe) in grande segreto il 15, 16 e 17 settembre scorsi. Giorni di incontri con gli advisor soprattutto per questioni economiche e finanziarie, per le problematiche del transito di soldi dalla Cina all’Italia, con Marco Fassone presente. Ci sarebbe stato un ulteriore incontro anche in via Paleocapa, sede di Fininvest, visitata per la prima volta da Han Li dove c’è stata la conferma di voler rispettare i tempi previsti per il closing: l’idea del gruppo cinese resta sempre quella di chiudere entro il 20 novembre, giorno del derby di Milano. 

Confalonieri, grande tifoso del Milan, ha parlato anche del futuro di Adriano Galliani: «Credo sia il dirigente più apprezzato in Europa. Io credo che se fosse sul mercato farebbero carte false i top club del mondo per prenderselo. Spero che nell’organigramma del nuovo Milan ci sia un posto per Galliani». Più importante l’attuale amministratore delegato che il ritorno di una bandiera: «Gente come Maldini o Baresi guai a toccarla, però non è necessario che ci sia una bandiera in dirigenza. E poi non è necessaria conseguenza che un campione diventi un bravo dirigente. Benvenga comunque uno come Maldini, perchè le bandiere è bello sventolarle e poi dopo tutti questi anni di Milan. Baresi? Fenomenale come calciatore, un po’ meno da dirigente...».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 28 Settembre 2016, 09:52

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