Keita, una testa calda di cui la Lazio non può fare a meno

Keita, una testa calda di cui la Lazio non può fare a meno

di Gabriele De Bari
Chi pensava di vederlo in campo dall'inizio, dopo la bella prova di Verona, è rimasto deluso. Qualcuno ha sperato fino all'ultimo che Inzaghi si ravvedesse e decidesse di schierare Keita al fianco di Immobile. Invece l'allenatore ha preferito dare una chance a Djordjevic lasciando ancora fuori l'elemento più in forma della squadra e la Lazio ha trovato difficoltà a superare la molle e fragile difesa del Pescara, che viaggia a più di 2 reti a partita. Dopo un'ora, quando il risultato era ancora sullo zero a zero e i mugugni si facevano sempre più insistenti, Inzaghi ha finalmente capito e deciso che doveva rivedere le scelte.

Fuori il peso morto Djordjevic, dentro Keita. Ed è subito cambiata la musica. La fantasia e la velocità del senegalese hanno mandato in tilt la retroguardia di Oddo: dribbling, cambi di ritmo, assist: la Lazio ha preso possesso della metà campo abruzzese segnando 3 reti. Keita sarà anche una testa calda, avrà limiti caratteriali e di convivenza con lo spogliatoio. Però, almeno in questo momento, non può restare fuori dalla formazione titolare soprattutto se al suo posto viene schierato Djordjevic. Ha l'argento vivo addosso e crea superiorità numerica e occasioni da gol. Il ragazzo va censurato per alcuni comportamenti e inquadrato secondo regole precise che dovrà rispettare. Ma, dal momento che è stato reintegrato a tutti gli effetti, va sfruttato per le sue qualità tecniche alla quali la Lazio attuale non può rinunciare perché non ha altri calciatori in grado di aprire le difese avversarie.
Ultimo aggiornamento: Sabato 17 Settembre 2016, 20:58

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