Lazio, Felipe Anderson: "Sono cresciuto,
ora non mi voglio più fermare"

Lazio, Felipe Anderson: "Sono cresciuto, ​ora non mi voglio più fermare"

di Enrico Sarzanini
ROMA – Uscito dal torpore di questo anno e mezzo vissuto in chiaroscuro, Felipe Anderson si è finalmente preso la Lazio.





Titolare per caso, complice l'infortunio di Candreva, il brasiliano ha confermato sul campo di meritarsi quel posto. «Ho bisogno di trovare la giusta continuità», è andato ripetendo il brasiliano per settimane. In tre gare ha convinto Pioli ma soprattutto i più scettici con due reti ed altrettanti assist. Adesso però ha deciso di alzare l'asticella. In quel ciclo terribile che attende la Lazio, pronta a testare le sue ambizioni da Champions, spera di essere decisivo.



Prima tappa contro l'Inter in quel San Siro che alla prima giornata aveva già giocato un brutto scherzo al compagno di squadra De Vrij, il cui esordio non fu proprio da ricordare: fu un suo errore su El Shaarawy ad ispirare il primo gol di Honda. Anderson accetta volentieri la sfida e anzi questa volta mira ancora più in alto, certo che sia veramente arrivato il suo momento: «Ogni giocatore quando arriva in una squadra sogna di essere un idolo – ha detto a globesporte.com -. Ho sempre ricevuto un sacco d'affetto, mi hanno sempre trattato bene. Sono molto felice di vivere questo momento. L'anno scorso ho vissuto un periodo di adattamento. Ora sto trovando continuità e, grazie a Dio, sono stato in grado di sviluppare il mio calcio, questo è importante per la mia crescita. E' il momento di dimostrare il mio potenziale».



Fonte d'ispirazione è da sempre Neymar, con cui Anderson ha giocato nel Santos. Tra i due è rimasto un forte legame di amicizia: «L'ho incontrato quando sono arrivato al Santos, è un vero professionista. Adesso che mi trovo a Roma l'amicizia continua, lo sento spesso. E' stato ed è ancora molto importante per la mia carriera».



Anche ai tempi del Santos, il centrocampista ha vissuto un momento difficile: «La gente si aspettava che facessi di più. Quando senti così tanta pressione è difficile esprimersi al meglio. Ma il Santos è stato un momento meraviglioso della mia carriera. Alcune cose sarebbero potute andar meglio, ma sono contento di aver giocato in un club del genere». Il brasiliano chiude raccontando un curioso aneddoto: «Osservare il movimento di giocatori come Cristiano Ronaldo, Messi e Neymar mi sta aiutando molto».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Dicembre 2014, 10:20

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