Calcio violento, l'ultima frontiera arriva dalla Cina: il lancio dell'iPhone contro gli avversari -Foto

Calcio violento, l'ultima frontiera arriva dalla Cina: il lancio dell'iPhone contro gli avversari

di Giulia Aubry
"Fateve una partita a Candy Crush che è meglio!". Forse era questo il messaggio che, nel "caratteristico" dialetto di Shangai, l'ultrà dello Shenhua voleva mandare ai giocatori della sua squadra, sconfitta in casa dallo Shandong Luneng. O magari voleva invitare Diego Tardelli, giocatore del Luneng, a chiamare la fidanzata piuttosto che accanirsi contro la sua squadra del cuore.





Qualunque cosa volesse dire, e a chiunque volesse dirla, il tifoso cinese che ha lanciato il suo Iphone ha inaugurato una nuova frontiera nella specialità del lancio dell'oggetto in campo. E per privarsi di un oggetto del valore di almeno 600 euro (sembra si trattasse di un prodotto originale) doveva essere davvero arrabbiato.



Un po' come il tifoso della Roma che, qualche anno fa, all'ennesima - a suo parere - svista arbitrale ha lanciato i suoi occhiali in campo al grido di "Mettete questi che te mancano almeno sei decimi!". Testimoni oculari raccontano che gli occhiali non raggiunsero mai il campo, ma finirono calpestati dai tifosi qualche fila più sotto. Lo sfortunato tifoso non solo non raggiunse il suo scopo, ma fu costretto a farsi raccontare il resto della partita dai vicini.



C'è chi di fronte a un passaggio sbagliato ha lanciato le chiavi della macchina, per poi passare l'intervallo a cercarle tra i sedili.



Non si contano accendini, pacchetti di sigarette, scatole di biscotti, persino Cornetti Algida, che come è noto allo stadio costano una fortuna. La moneta da due euro, lanciata dalla tribuna Monte Mario durante Roma-Dinamo Kiev di Champions League nel 2004, è la dimostrazione del fatto che neanche chi spende un bel po' di soldi per vedere una partita poi riesce a controllare la propria rabbia.



Il gesto estemporaneo - e sempre deprecabile - del tifoso lanciatore è purtroppo uno dei "classici" delle partite di calcio. Un gesto di rabbia e di liberazione che ha persino un lato "freudiano" o "edipico", riecheggiando i fasti delle tante madri "lanciatrici di pantofole". Queste ultime però avevano anche l'ardire di richiedere indietro, e con tono perentorio, l'oggetto lanciato al figlio reo di colpe indicibili (compiti non fatti, letto disfatto, vestiti non ricondotti al cesto della biancheria sporca). I tifosi, invece, appaiono decisamente più pavidi. A oggi, infatti, non risulta che alcun tifoso abbia chiesto indietro monetine, accendini e oggetti di varia natura all'arbitro o all'addetto al campo. Ma il posizionamento reciproco tra madri e figli e tifosi e arbitro non è al momento comparabile. Gli unici che potrebbero davvero confrontarsi in questo contesto sarebbero proprio madri ed arbitri, e questi ultimi probabilmente ne uscirebbero sconfitti.



Di oggetti strani in campo ne sono stati lanciati tantissimi. Ma la distinzione principale è tra il gesto "atletico" estemporaneo e quello invece preparato ad arte, magari da casa e con notevole anticipo. In questa categoria rientra il lancio della testa di maiale nel clasico 2002 contro Luis Figo, reo di essere passato dal Barcellona al Real Madrid. Un gesto ripetuto tre anni più tardi, nel corso del derby tra Atletico e Real, stavolta contro il portiere Iker Casillas. Tristemente noto il lancio della banana contro Dani Alves. Un gesto stupido e razzista gestito però con grande spontaneità dal giocatore del Barcellona, che ha immediatamente sbucciato e mangiato il frutto, e diventato l'oggetto di una campagna social contro il razzismo. Con buona pace dell'idiota lanciatore di turno.



C'è persino chi ha lanciato bombe a mano, finte come nel caso della partita del 1964 tra Milwall e Brentford, o vere come accadde qualche anno più tardi in Iran. Nelle cose che non avremmo mai voluto veder lanciate, quasi sempre oggetto di azioni pianificate, rientrano il lancio di petardi e razzi, di palle da biliardo, di bottiglie di vetro, di spranghe di ferro. Gesti che hanno ferito persone e umiliato intere tifoserie, senza alcuna giustificazione possibile.



E il lancio di oggetti è sempre condannabile e deprecabile ma, lasciatecelo dire, alcuni gesti estemporanei strappano un sorriso e sono decisamente poco dannosi e persino apprezzabili. Come le ciambelle tirate dai tifosi dell'Hajduk Spalato per protestare contro i risultati scadenti della propria squadra. Un lancio allegorico - a metà tra spontaneità e preparazione - visto che il presidente della squadra in quel periodo era il proprietario di un panificio. Le sue ciambelle - a quanto pare - non dovevano valere molto di più delle sue strategie calcistiche.



Ma il primo premio di questa strana - e improbabile - classifica va sicuramente al tifoso dell'Argentinos Jr che, dopo cinque sconfitte consecutive della propria squadra, si è tolto i denti e li ha lanciati contro l'allenatore. Con somma gioia del suo dentista. L'ultrà cinese deve ancora fare molta strada per raggiungere simili vette. Per il momento è ancora: dentiera 1 - Iphone 0. con buona pace di Tim Cook.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Settembre 2015, 20:47