Juventus-Crotone 3-0. Via alla festa scudetto -Foto

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Juventus campione d'Italia 2016-2017.





Sei scudetti consecutivi, un ciclo vincente che non era mai riuscito a nessuno nel campionato italiano. La Juventus ha compiuto un'altra impresa storica, anzi «leggendaria», come l'hanno sempre definita i vertici del club bianconero, fin quando era ancora un sogno e un obiettivo. Il «primo obiettivo stagionale» dichiarato di Allegri.





I botti di mercato - da Higuain pagato 90 milioni al Napoli, a Dani Alves, da Pjanic a Pjaca e Benatia - hanno potenziato lo squadrone che pure nell'estate aveva perso Pogba e Morata. Tanti assi, tecnica e fisicità, ma anche un gruppo senza crepe e sempre affamato di successi; difesa inossidabile, attaccanti di razza, la classe cristallina di Dybala, che si è rivelato un fuoriclasse, e la potenza di Higuain, la capacità di farsi scivolare addosso le polemiche esterne, il carisma e la professionalità di Buffon e Bonucci, la guida sicura di Allegri: sono gli ingredienti di una superiorità a tratti schiacciante. 







JUVE-CROTONE 3-0: IL RESOCONTO DELLA PARTITA

 

 
 


La svolta, tuttavia, è stata il cambio di modulo, il 4-2-3-1 escogitato da Allegri dopo il capitombolo di Firenze, il quarto stop stagionale. «Era il momento di cambiare, di essere meno conservatori», spiegò il tecnico. Un modo per trovare la collocazione ideale per Pjanic, che da trequartista non ingranava, e di far giocare sempre, e insieme, Higuain, Dybala, Mandzukic e Cuadrado. Gli esterni del terzetto dietro il 'Pipità sono stati fondamentali nella fase difensiva e nel soffiare palloni agli avversari. Poche pause, dalla quale però la Juventus è sempre stata velocissima a rialzarsi. Come ha saputo risolvere con brillantezza l'unico caso stagionale, il battibecco tra Allegri e Bonucci nel finale di Juventus-Palermo, culminato con la decisione del tecnico di punire il difensore mandandolo in tribuna nell'andata degli ottavi di Champions a Oporto.





Un altro campionato dominato: subito 3 su 3 all'inizio, mettendo a sedere Fiorentina, Lazio (all'Olimpico) e Sassuolo. Le due sconfitte a San Siro, prima con l'Inter poi con il Milan, tra la quarta e la nona giornata, non hanno minato le certezze dello squadrone di Allegri. Le mani sul primato sono state messe con la firma del 'core ingratò Higuain, nel primo scontro diretto allo 'Stadium', alla fine di ottobre. Un momento difficile c'è stato, nella cavalcata bianconera verso il 6/ scudetto di fila: la domenica nera di Marassi, il 27 novembre: tre gol incassati in 26', un record per la difesa bunker dei bianconeri, e nello stesso giorno gli infortuni di Bonucci e Dani Alves. Dopo quel capitombolo, però, la Juventus ha reagito con orgoglio, come le era successo l'anno prima all'indomani della sconfitta con il Sassuolo. Alla terzultima di andata, la Juventus ha respinto la Roma, ancora con una zampata del 'Pipità e il muro eretto per resistere, negli ultimi 20', agli assalti dei giallorossi.





Già a Natale era chiaro che la Juventus avrebbe solo potuto perderlo, l'ennesimo scudetto della sua storia. La sconfitta ai rigori nella Supercoppa, qualche giorno dopo, ha finito così per essere solo un incidente di percorso, nonostante lo sfogo plateale di Allegri, come pure la caduta di Firenze, a metà gennaio. E proprio quell'insuccesso ha maturato il cambio tattico di Allegri, il passaggio al 4-2-3-1, benedetto dai risultati: sette vittorie consecutive in campionato, la fuga verso il nuovo trionfo. Con il Milan, a pochi giorni dalla ripresa della Champions, un altro passaggio cruciale della stagione: 2-1 con il rigore di Dybala al 97', contestatissimo dai rossoneri, che ha liberato l'attaccante argentino dall'incubo del penalty parato da Donnarumma nella Supercoppa.

Tre punti decisivi per fiaccare definitivamente il morale degli inseguitori. L'1-1 di Napoli, all'11a di ritorno, ha dato alla squadra di Allegri, un pezzo di scudetto in anticipo. Anche il brutto primo tempo di Bergamo, 2-2 con l'Atalanta, è stato un peccato lieve. E l'1-1 nel derby con il Torino, rimediato al 92' con un altro sigillo di Higuain, ha avuto come unica conseguenza la fine della striscia di 33 vittorie consecutive, in campionato, allo 'Stadium'.

 


LE PAGELLE: ESPLODE DYBALA, MANDZUKIC SUPER Le pagelle dello scudetto bianconero, il sesto consecutivo, un en plein riuscito a sei giocatori della Juve: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner e Marchisio. Allegri 10 - il cambio di modulo è stato un colpo di genio per rinnovare il gioco e dare stabilità alla squadra. Guida sempre sicura, con grande equilibrio ha gestito benissimo anche i pochi casi complicati.





Buffon 9 - Difficile pensare che tra poco più di un anno smetterà davvero. La sua è stata un'altra stagione superlativa. Nessuno ricorda più il 'lisciò in Italia-Spagna proprio allo 'Stadium' a inizio autunno, l'unica 'vacanzà dell'inossidabile numero 1. Ha continuato a sfornare parate decisive in totale sicurezza, con gli stessi riflessi di quando aveva vent'anni. Barzagli 8 - Un altro evergreen della difesa bianconera. Prezioso da titolare, utilissimo quando Allegri l'ha impiegato come cambio tattico nei finali di partita. A 36 anni è stato impeccabile. Bonucci 9 - Per averlo il Chelsea avrebbe speso oltre 50 milioni. La Juve ha investito tenendolo. Pochissimi errori, in negativo si ricorda solo il battibecco con Allegri dopo Juve-Palermo. Ha pagato con un turno di stop e ha ripreso il suo posto da leader della difesa. Chiellini 8.5 - superati i guai fisici di inizio stagione, è tornato grande protagonista, nella difesa a 4 prevista dal nuovo modulo. Dani Alves 8.5 - due mesi per recuperare da un infortunio e poi ha fatto valere tutta la sua classe, esterno in difesa e, all'occorrenza, a centrocampo. A Barcellona lo rimpiangono. Lichtsteiner 7 - Sembrava sul punto di lasciare la Juve, escluso dalla lista Uefa nella fase a gironi, il legame è proseguito con reciproca soddisfazione. Benatia 7 - un gol importante contro il Milan, rincalzo di lusso della BBC bianconera. Asamoah 7 - recuperato dagli infortuni, ha dato una mano preziosa anche quando Allegri l'ha schierato titolare. Evra 6,5 - ha lasciato a gennaio dopo due anni e mezzo in bianconero, 82 gettoni di presenza (53 in campionato). Rugani 6.5 - forse avrebbe sperato in un minutaggio più alto, si è dovuto rassegnare a restare spesso in panchina. Avrà tempo per recuperare. Alex Sandro 7.5 - spinta sulla fascia sinistra ma sopratutto grande copertura, ha dimostrato di valere i 26 milioni sborsati dalla società nell'estate del 2015. Pjanic 8 - non aveva convinto da trequartista, ma nel 4-2-3-1 ha trovato la sua collocazione ideale, in coppia con Khedira filtro e costruzione di gioco davanti alla difesa. Khedira 8 - non perde mai la bussola, per lui è stato uno scherzo adattarsi con pieno profitto al cambio di modulo. Stagione senza troppi guai fisici, gran costanza di rendimento. Marchisio 7 - costretto a rincorrere dal grave infortunio al ginocchio, ha perso il 'posto fissò, diventando un'alternativa di lusso. Lemina 6.5 - con il 4-3-1-2 le sue possibilità di impiego si sono ridotte. Sturaro 6.5 - un cambio prezioso, ha dovuto rassegnarsi a un ruolo secondario. Rincon 6.5 - arrivato con il mercato di gennaio, un 'mastinò per il centrocampo. Hernanes 6 - ha provato a sostituire Marchisio o a tornare trequartista, con risultati inferiori alle attese. Poco amato dal pubblico, a febbraio è stato ceduto a un club cinese, l'Hebei China Fortune. Cuadrado 8 - esterno destro nel tridente alle spalle di Higuain, decisivo nelle ripartenze bianconere. Il suo ritorno dal Chelsea a fine estate si è rivelato un altro colpo di mercato. Dybala 9 - l'anno della sua consacrazione. Lampi da fuoriclasse, trequartista con un sinistro sopraffino, la «Joya» ha incantato tifosi e avversari, pennellando gol su azione e calci di punizione. Ha rinnovato del contratto, fino al 2022, con enorme soddisfazione della società. Higuain 9 - l'acquisto boom dell'estate ha onorato la sua fama. Non poteva ripetere la media gol strepitosa dell'ultimo anno a Napoli, ma ha segnato tantissimo, decidendo i primi due confronti diretti con Napoli e Roma. Pronto anche a fare il gregario, sacrificandosi per la squadra. Mandzukic 8.5 - SuperMario: sulla carta attaccante, ma fondamentale nella fase difensiva, un'infinità di palloni recuperati senza dare tregua agli avversari. E anche un gruzzolo di gol nei primi mesi della stagione. Pjaca 6.5 - «predestinato» a una grande carriera da Allegri, ha dovuto uscire di scena a causa del grave infortunio subito con la nazionale croata. Kean - sv - esordio in campionato a 16 anni, senza un infortunio avrebbe potuto fare qualche altra apparizione. Neto 6.5 - qualche presenza in più in campionato, all'ombra di Buffon è facile imparare non altrettanto giocare. Mandragora sv - l'esordio in A in maglia bianconera - ma non quello assoluto - contro il Genoa.





TIFOSI IN FESTA, 'ORA TUTTI A CARDIFF' Esplode nei minuti finali di Juventus-Crotone, a risultato ormai acquisito, la festa dei tifosi bianconeri per lo scudetto, il sesto di fila. «La Signora ha vinto ancora», recita lo striscione esposto in curva dai tifosi bianconeri dalla curva con il tricolore.
Al fischio finale l'esultanza dei giocatori, con Cuadrado che è saltato sulle spalle di mister Allegri e gli ha scaricato una bomboletta di spray bianco in testa. Tifosi in festa allo Stadium, ma anche nel centro di Torino. Non è la folla oceanica del primo scudetto Conte, quello ottenuto dopo due settimi posti, ma è comunque grande la gioia, con bandiere e sciarpe al cielo. «Ed ora tutti a Cardiff per vincere la Champions», dicono i tifosi. Il sogno bianconero, infatti, continua.

Ultimo aggiornamento: Domenica 21 Maggio 2017, 21:30

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