Stephan, l'uomo con la faccia da pulcino bagnato ha tirato fuori il petto e non solo la cresta

Stephan, l'uomo con la faccia da pulcino bagnato ha tirato fuori il petto e non solo la cresta

di Alessandro Angeloni
C'è stata una fase - piuttosto lunga - della stagione nella quale El Shaarawy aveva il musino, per chi non capisse il linguaggio spallettiano, diciamo il broncio. Giocava poco, Spalletti non lo prendeva tanto in considerazione. Era la fase della difesa a tre, di Salah in Coppa d'Africa e di Bruno Peres terzino avanzato. Di posti in attacco ce n'erano pochi, uno, Dzeko. Quelli dietro al bosniaco, appena due Nainggolan e Perotti. Stephan in quel periodo veniva impiegato raramente come titolare in campionato, ha collzionato minuti partendo spesso dalla panchina, appunto con il musino addosso. Si ricorderà quando, allo Stadium, il 17 dicembre scorso, Spalletti lo ha tenuto fuori, facendo giocare esterno destro Gerson, con Salah mezzo infortunato e partente. Fasi che capitano, ma l'umore era un po' a terra.

Il risveglio di primavera doveva arrivare e puntualmente è arrivato. Con l'aria meno fredda, la cresta si è addrizzata e l'italo egiziano ha ritrovato numeri, presenze, gol e sorrisi. E proprio lui, l'uomo con la faccia da pulcino bagnato, ha tirato fuori il petto e non solo la cresta: suo il gol che ha rimesso a posto le cose a San Siro contro il Milan, sua la rete che ha portato la Roma in vantaggio contro la Juventus e sua la doppietta con il Chievo, che ha regalato alla Roma prima il pari e poi il successo. Quattro reti in tre partite, otto in totale in campionato. Reti che hanno contribuito, o meglio, contribuiranno, alla conquista del secondo posto. Il musino è sparito, tutti contenti. E qualcuno si chiede: e se Spalletti lo avesse fatto giocare di più? Domanda lecita, risposta impossibile.
Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Maggio 2017, 22:49

© RIPRODUZIONE RISERVATA