Dino Viola, l'uomo che fece grande la Roma:
il ricordo a 25 anni dalla scomparsa
di Romolo Buffoni
In 52 anni di storia la Roma aveva vinto il titolo nel 1942, la Coppa delle Fiere del '61 e 2 coppe Italia ('64 e '69). In mezzo, l'unica retrocessione in serie B (1951) e anni grami riassunti dalla famigerata colletta del Sistina del dicembre 1964 quando, con un bilancio in rosso per 2 miliardi di lire, il club riuscì a sostenere la trasferta di Vicenza grazie alle 700 mila lire offerte dai tifosi.
La svolta quando l'ingegner Viola rileva da Gaetano Anzalone il club. In 11 anni e 8 mesi la Rometta diventa Magica Roma: ci sono Di Bartolomei, Conti, Pruzzo; arrivano Falcao, Ancelotti, Cerezo e in panchina Liedholm propone difesa a zona, tattica del fuorigioco e “ragnatela” (il moderno tiqui-taca). Arrivano lo scudetto dell'83, 5 coppe Italia e la finale di Coppa dei Campioni '84 (persa ai rigori all'Olimpico contro il Liverpool).
Una storia interrotta dal destino il 19 gennaio 1991, quando Viola deve arrendersi al cancro. È un sabato, il giorno dopo la Roma gioca e perde col Pisa 0-2 in un Olimpico tetro. In curva, uno striscione: “In 12 anni hai dato molto. Ieri tutto”. Oggi, a 25 anni dalla morte, l'ingegnere verrà commemorato alle 19 con una messa a San Roberto Bellarmino (piazza Ungheria).
Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Gennaio 2016, 09:45
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