Il derby della Madonnina finisce
in parità: 1-1 tra Milan e Inter -Foto

Il derby della Madonnina finisce pari: Milan-Inter 1-1

di Ernesto De Franceschi
MILANO - Com’è triste Venezia, cantava Charles Aznavour qualche anno fa. Ora tristezza la mette Milano. O meglio, il suo derby. Alla (ex) Scala del calcio vanno in scena 95’ di calcio sonnolento e compassato, domitati da pochezza tecnica ed errori clamorosi davanti alla porta. Milan e Inter vorrebbero ambire al terzo posto Champions: obiettivo destinato a rimanere sogno dopo quello visto ieri sera.





Icardi nel primo tempo spara in bocca a Diego Lopez, El Shaarawy che pareva tornato il vero Faraone, smentisce tutti calciando sulla traversa un pallone nella ripresa che aspettava solo di essere spedito dentro. Così Milan-Inter in un San Siro tutto esaurito finisce pari. La seconda vita nerazzurra di Roberto Mancini inizia con un brodino caldo, utile per un’Inter malata. Pippo Inzaghi, alla prima stracittadina da tecnico, torna a casa con l’amaro in bocca per una vittoria a cui, dopo il gol sull’unica azione pregevole del match, si era illuso.



Un derby che i due tecnici giocano come una partita a scacchi. Mancini riparte dalla difesa a 4 e muove la pedina Obi (suo il gol del pari, ma per il resto è poca cosa), mentre Inzaghi rispolvera Mexes capitano e punta su Bonaventura e un Torres imbarazzante che non la vede proprio mai e finisce per essere sostituito. L’avvio è dell’Inter, solo grazie al ruvido Muntari che spalanca la porta a Icardi, ipnotizzato da Diego Lopez. Maurito dovrebbe essere il cecchino infallibile interista, invece pure nella ripresa spedisce alle stelle un’occasione d’oro e poi scheggia l’incrocio. Così a spezzare l’equilibrio ci pensa il piattone di Menez (5° gol stagionale) che sfrutta l’assist al bacio di un rinato El Shaarawy, uno che in 11 precedenti all’Inter non aveva mai segnato.



L’effetto Mancio sul Biscione nerazzurro? Inesistente. Piuttosto si vede la stessa squadra timorosa e senza molta logica “ammirata” nell’era mazzarriana. I due che dovrebbero alzare i giri del motore interista (un Kovacic incomprensibilmente confinato sulla fascia e un opaco Guarin) sembrano ingolfati, così l’idea di gioco offensiva di Mancini non si vede. E Inzaghi? Meglio, solo un po’, col suo Diavolo colmo di assenze tra difesa e centrocampo. Com’è triste Milano...








Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Novembre 2014, 10:33

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