Giocare ieri era un verbo impossibile da coniugare

Giocare ieri era un verbo impossibile da coniugare

di Romolo Buffoni
Sarebbe dovuta essere la giornata cruciale del campionato di serie A. E in parte lo è stata, con le partite del sabato che avevano visto i trionfi della Juve all’Olimpico sulla Lazio e della Roma a Napoli. Manca all’appello Milan-Inter, che si sarebbe dovuta disputare ieri sera in un San Siro pieno di colori e di passioni e che invece è rimasto vuoto come tutti gli stadi, in una domenica tragica per tutto lo sport italiano.

Davide Astori, capitano della Fiorentina, è stato ritrovato morto nella stanza dell’albergo di Udine dove i viola soggiornavano in attesa del match del pomeriggio. Una tragedia senza senso, che ha bucato il pallone riposto immediatamente nello sgabuzzino. Il presidente del Coni e commissario della Lega di A Malagò e il commissario della Figc Fabbricini hanno fatto proprie le richieste del mondo del calcio, decretando la sospensione delle partite di serie A e di serie B.

Lo show stavolta non ce l’ha fatta a continuare e qualcuno, forse stimolato dalla giornata elettorale, non ha gradito: «Una fabbrica non si ferma se muore un operaio». Vero. Ma il calcio, nonostante i milioni e le sue ipocrisie, resta un gioco. E ieri “giocare” era un verbo impossibile da coniugare.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Marzo 2018, 00:18

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