Il Bayern all'ultimo assalto: ci pensa
Boateng a mandare ko il City al 90'
di Benedetto Saccà
Già, Guardiola. Venendo al tema tattico, il Bayern ha non dominato ma diremmo controllato, questo sì, il corso della sfida per larghi, larghissimi tratti. Affidabile Neuer, al solito; attento il debuttante Benatia, esentato comunque all’85’, dunque poco prima della rete risolutiva; salda la linea dei tre centrocampisti, costituita da Lahm, Xabi Alonso e Alaba. Sul versante offensivo, poi, Müller, Lewandowski e Götze hanno costruito trame ed occasioni in serie ma spesso hanno peccato di determinazione o, al più, di imprecisione. L’ingresso di Robben, giunto al 76’, ha di certo ribaltato il piano.
Il 4-3-3 dei tedeschi ha trovato una valida opposizione nel 4-4-1-1 del Manchester City, due linee di uomini destinate, di fatto, a coprire ogni millimetro del prato. Gli attaccanti Dzeko e David Silva, d’altronde, sono stati gli unici giocatori capaci di offrire qualche palpito ai propri tifosi: lo spagnolo, fra l’altro, si sarebbe pure procurato un rigore per aver subìto un intervento da Benatia se solo l’arbitro Undiano Mallenco non avesse imboccato la strada della tolleranza. Il resto l’ha colmato l’imprevedibile portiere Hart, oggi in serata di grazie, ricordando i prodigi in sequenza compiuti al cospetto di Götze, Alaba e per l’appunto di Boateng, qualche minuto prima della traiettoria fatale. Il tecnico Pellegrini, squalificato e sostituito da Ruben Cousillas in panchina, aveva certo preparato una strategia conservatrice, improntata specie all’attendismo e al rapido contrassalto. E, bisogna dirlo, è quasi riuscito nell’impresa. Kompany e Demichelis però non hanno retto l’urto. E, viceversa, Guardiola ha molte frecce al suo arco: una saetta di un difensore e via, è scoccata e subito ha centrato il più felice dei bersagli. Quello della vittoria.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Settembre 2014, 10:29