Petrucci: "All'Europeo si va per vincere".
La Federbasket parla a 5 giorni da Berlino

Petrucci: "All'Europeo si va per vincere". La Federbasket parla a 5 giorni da Berlino

di Benedetto Saccà
ROMA Soddisfatto di aver riportato la nazionale al centro dell'attenzione, Gianni Petrucci, il presidente della Federazione di pallacanestro, cala la carta della franchezza per disegnare la mappa del basket italiano, a quattro giorni dagli Europei (in onda su Sky), che si svolgeranno tra Croazia, Francia, Lettonia e Germania, con l'Italia che giocherà la prima fase a Berlino.



Petrucci, quali sono le prospettive dell'Italia?

«Come quelle di qualsiasi nazione: arrivare fino alla fine. Immaginatevi un presidente non ottimista... La cosa che mi colpisce è voler evidenziare una mia pressione in professionisti che si allenano tutti i giorni per raggiungere un obiettivo. Mai visto però un presidente che alla partenza di un torneo dica di volerci andare solo per partecipare. Si va per vincere».

Di che pasta è fatta l'Italia?

«Guardando i giocatori, uno per uno, sono sicuro che tutti potrebbero essere titolari in qualsiasi nazionale forte. E parlo pure degli allenatori. La mia sensazione è che i ragazzi siano coesi e determinati. Il loro segreto è volersi bene, faticare insieme, essere amici. E pensare solo all'obiettivo. Certo, non nascondo che ci sia anche quella normale paura che esiste in ognuno di noi, ma ovviamente sarà anche nei presidenti delle altre federazioni».

L'esito degli Europei sarà lo specchio del suo lavoro?

«È vero che sono in federazione da due anni e mezzo, ma non mi sottraggo al fatto che il lavoro nel basket italiano parta dai miei predecessori. Devo ammettere che chi mi ha preceduto ha fatto un buon lavoro».

Gli Europei apriranno le porte delle Olimpiadi.

«Per noi sarebbe importantissimo. In tema olimpico, però, mi fanno sorridere i paragoni con alcune discipline i cui presidenti sanno già che certi atleti qualificati potranno esseri eliminati al primo turno. La mia elegante presunzione è quella di aver sempre detto che le medaglie si contano, ma soprattutto si pesano. Per cui magari potrà succedere che qualche presidente federale, con un atleta, potrebbe essere a Rio e Petrucci a San Felice Circeo (di cui è sindaco, ndc)».

Al proposito, Roma concorrerà per i Giochi del 2024.

«E io la vedo benissimo. Questa volta ci sono i presupposti per vincere. Non sarà una passeggiata, perché Parigi ad esempio è una corazzata, ma abbiamo una nuova formazione fatta da Malagò, un presidente organizzatore come Montezemolo, conosciuto ovunque. È chiaro che ci sarà da lavorare, però ce la potremo fare, a patto di avere compattezza e pareri unanimi».

Ne vede poca, di unanimità?

«Tutte le manifestazioni hanno sofferto il fuoco amico».

Intanto, la Virtus Roma è in A2.

«Conoscendo gli sforzi di Toti, è stato molto onesto nell'ammettere di non poter continuare a spendere certe cifre, avendo un'azienda alle spalle».

Per concludere, visti i risultati nell'atletica, crede che il basket possa regalare un nuovo sorriso allo sport italiano?

«Il paese ha problemi più importanti. Mi fanno tenerezza i dirigenti che, con le vittorie, pensano di essere i salvatori della patria. Invece ottengono solo un risultato sportivo. Noi non saremo salvatori della patria. La mia forza, del resto, è stata sempre quella di non prendermi mai sul serio...».
Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Settembre 2015, 11:22