Addio Nicky Hayden, il dolore per il campione beffato dal destino

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di Marco Lobasso
Rischi la vita per anni su una moto a 300 all’ora e te ne vai per un incidente in bici. Il cuore di Nicky Hayden ha smesso di battere all’ospedale Bufalini di Cesena, il resto già non c’era più da giorni. Il destino beffardo si accanisce sui funamboli delle due e delle quattro ruote. Sui campioni. Muore Hayden, che non aveva 36 anni, e pensi inevitabilmente anche al dramma di Michael Schumacher, imbattibile sulla sua Ferrari di F1, e a quell’assurda caduta sugli sci del 2013.
 


E sale un brivido pensando a quello che rimane in vita di lui, l’immenso Schumi, oggi. Lo stesso brivido di ieri, quando l’americano che battè Valentino Rossi in motoGp nel 2006 se n’è andato. E non serve dire che era ormai certo. Il dispiacere non ha tempo. E arriva di nuovo, un mese dopo che un incidente in bici aveva portato via Michele Scarponi, ciclista non pilota. Ma il dolore è uguale. Maledetti incidenti in bici, terribili, funesti. Una piaga da chiudere, a tutti i costi.

L’investitore di Hayden, un 30enne di Cesena, è stato indagato per lesioni stradali; ieri, però, è saltato fuori un video a sorpresa, dove sembra che Hayden tiri diritto a uno stop, prima di essere investito. Al di là delle indagini e delle verità che arriveranno dopo, resta il dolore per la morte di Kentucky Kid, campione mondiale, stimato da tutti e ancora brillante protagonista nel campionato iridato di superbike. Hayden era rimasto in Italia, dopo aver gareggiato a Imola il 14 maggio scorso. Si allenava e si rilassava. La bici era la sua seconda passione, o forse la prima. Adesso non importa più. Conta il dato che le morti dei ciclisti sulle strade d’Italia aumentano, giorno dopo giorno. E non se ne può più.
Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Maggio 2017, 09:14
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